venerdì 20 febbraio 2015
Gourmet in trasferta: la Masardona, nel nome del padre e del figlio
El gurú de la pizza frita
Senza esitazione, gli organizzatori di San Sebastian Gastronomika 2014 a ottobre scorso hanno invitato La Masardona di Enzo Piccirillo a rappresentare l'Italia, e suo figlio Cristiano - prossimo dottore in lingue - ha personalmente tenuto la conferenza per illustrare la loro miracolosa pizza fritta al pubblico del convegno che fa da punto di riferimento per la gastronomia mondiale, alla sua sedicesima edizione.
Non che mancassero precedenti segnalazioni prestigiose, ma quando una delle espressioni più popolari del mangiare - e del mangiare napoletano fatto in un quartiere difficile - assurge a esempio di eccellenza rappresentativa c'è solo da inchinarsi.
Da trentacinque anni, il padre si è fatto pieno carico di questo spaccio di bontà che è l'Antica Friggitoria Masardona, a due passi dai binari di Napoli Centrale.
Che la gente delle Case Nuove, del Mercato e della Ferrovia apprezzi la pizza fritta di Enzo e famiglia è senz'altro scontato.
Un po' meno lo è il fatto che quando ci vai ti accorgi subito della mescolanza di provenienze, ceti sociali, di umanità che normalmente manco si sognerebbero di stare gomito a gomito, e invece tutti - da qualunque parte di Napoli e altrove, quando si tratta dei molti turisti - vanno tranquillamente nella stretta via Capaccio, resa ancora più stretta dalla folla in attesa di abbrancare il cartoccio con la pizza fritta, ben sapendo che in quelle stradine di solito non ci entrerebbero per alcun motivo.
La Masardona - come molte cose napoletane - è capace di unire, mescolare e amalgamare ciò che di consueto è diviso, è separato, è scomposto, con la stessa riuscita di come amalgama la ricotta e i cicoli nei due dischi di pasta sovrapposti e fritti (altro tratto unico della pizza di Enzo).
La storia partì da Anna Manfredi, la nonna, che da bambina si vide appioppare quel soprannome che sta per colei che porta 'a 'mmasciata, messaggera fidata, e che dev'esserle tornato utile sin da quando decise di friggere pizze a un angolo di strada, solo la domenica, per non entrare in conflitto con altre friggitrici, perché nella Napoli popolare all'epoca la concorrenza spietata non esisteva e il commercio era schiettamente solidale.
Dalla nonna ai genitori fino a Enzo, il padre, e ora al figlio, Cristiano, si continua a friggere una pizza la cui leggerezza è persino inquietante perché contraddice tutti i benpensanti che di solito scagliano vagonate di luoghi comuni sul fritto, sui grassi, sul fegato, sul colesterolo e altre pseudo-conoscenze misconosciute.
Ditemelo tra due ore, che è buona, dice Enzo, quando si parla della bontà della pizza o del battilocchio, sicuro che il suo prodotto, dopo aver diffuso un piacere persino raffinato - altra contraddizione rispetto al fritto popolare - si volatilizzerà nella più agevole delle digestioni, lasciando basiti oltre che soddisfatti.
Inutile andare a cercare quali stratagemmi, trucchi o mosse occulte generino un simile prodigio, perché tutto sta in quel tramandarsi, da Anna a Enzo e ora a Cristiano, di un modo di lavorare in cui ogni dettaglio è curato al millimetro.
Enzo mette becco persino nelle condizioni in cui i clienti trasportano le pizze da portare via, perché si vuole assicurare che arrivino come si deve tra le mani di chi le potrà mangiare poi.
Collaboratori e fornitori sono passati al vaglio, ogni loro gesto e ogni prodotto devono attraversare indenni la valutazione del padre e del figlio se vogliono far parte del mondo della Masardona.
La guardia non si abbassa mai, nemmeno quando si tratta di un'operazione solo in apparenza banale, come il taglio dei cicoli, che vanno tagliati seguendo il determinato verso, come raccomanda Enzo, primo perché se no si stracciano, secondo perché altrimenti vi fate male, terzo... perché io dico che si fa così, è il mio mestiere, so' trentacinque anni che lo faccio e so io come va fatto!
Ci hanno visto bene, i baschi di San Sebastian, nel definirlo el gurú de la pizza frita!
Il figlio Cristiano emana un entusiasmo e una vitalità dai quali non è possibile non farsi coinvolgere.
Un ragazzo che sa già tutto del mestiere che ogni giorno assorbe dal padre, e che dai racconti risulta essere persino più meticoloso e pignolo nel controllare il lavoro dei collaboratori che, quando Enzo magari è in viaggio per portare al mondo la pizza fritta, scherzosamente non vedono l'ora che il padre torni per sottrarsi all'occhio troppo minuzioso del figlio.
Entrambi sanno di essere dove sono grazie al fatto che la Masardona non cambia, non tradisce, non si snatura, nonostante le proposte di espansione, difficili da rifiutare per chi sacrifica tutto al denaro, ma accortamente evitate da Enzo, fedele a nonna Anna, fedele alla gente di Case Nuove, fedele a tutto ciò che permette a questa pizza di essere riconosciuta come una delle leccornie più preziose a dare lustro a Napoli, da quattro generazioni e con la stessa qualità di sempre.
Nel nome del padre e del figlio.
Antica Friggitoria Masardona
via Giulio Cesare Capaccio 27
80142 Napoli
tel. 081 281057
Chiuso la sera tranne il Sabato
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