domenica 22 settembre 2013

Tiriamoci sushi: Ichiban il migliore

Sul confine tra la città bassa e quella alta, là dove via Pignolo s'incammina verso la vetta, il ristorante giapponese Ichiban sta vivendo la sua stagione di successo.

Definirlo il migliore non è solo un gioco di parole, perché sebbene questo sia almeno uno dei significati della parola ichiban, di fatto è uno dei migliori locali di sushi qui a Bergamo e dintorni.

A prima vista, la sfilza di ristoranti di cucina giapponese - sushi, sashimi, tempura e piastra - sembrano uniformarsi, persino nelle tariffe, visto che tutti propongono formule all you can eat dai costi equivalenti.

Eppure, non si tratta di piatti sempre uguali, perché c'è in gioco un importantissimo fattore: la freschezza.

Freschezza della materia prima, certo, ma anche freschezza della preparazione.

Il nigiri sushi o i maki preparati al momento sono nettamente differenti da quelli che vengono nastrotrasportati nei kaiten, e qui da Ichiban il kaiten non c'è, perciò ogni piatto viene assemblato all'uopo.

Così, per un comodo all you can eat da 18 € senza distinzioni di sesso o fastidiosi virgola novantanove centesimi ecco che cosa può sfilare sul vostro tavolo.

domenica 15 settembre 2013

Groupon Adventures: a spasso nel XVI secolo

Siamo a Pudiano, vicino Gerolanuova, nell'ampia orbita del comune di Orzinuovi.

Nella struttura di un'antica cascina, il ristorante XVI Secolo già da qualche anno diceva la sua, con serate che strizzavano l'occhio al territorio in termini di vino e carne e la presenza in veste di ospiti di noti esponenti del settore.

Il cambio di gestione è recente, e il nuovo corso sembra puntare con grande insistenza sul mare e i suoi prodotti.

All'insegna di questa intenzione, arriva anche l'offerta Groupon per un menù di quattro portate con il mare a fare da dominante.

La location è suggestiva e forse di giorno regala emozioni ancora più intense, e il locale al nostro arrivo è quasi pieno di persone che - questa è l'impressione - sono venute qui con il preciso scopo di ordinare carni alla griglia o sontuose catalane di crostacei.

Il menù dell'offerta ricalca in parte alcune delle portate proposte in lista, e comunque è in linea con la tipologia di piatti alla carta.

lunedì 9 settembre 2013

Gourmet in trasferta: la pizza più buona d'Italia


Tra un mese Pepe in grani compie un anno, lasso di tempo che ha consacrato attualmente Franco Pepe - che una telecamera al piano superiore incornicia mentre lavora - come il re assoluto della pizza, napoletana e italiana.

Io sono solo l'ultimo a sottoscrivere questo giudizio, dopo tutta la sfilza di critici autorevoli e non, che per tutto il 2012-2013 hanno raccontato il trionfo di questo artigiano del gusto, insignito quest'anno del titolo di maestro dell'impasto e fregiato dai tre spicchi del Gambero Rosso.

Ovviamente, il carattere iperbolico dell'affermazione serve più che altro a fare da titolo ai post, perché per fortuna Franco Pepe in Campania il primo posto se lo gioca alla pari con qualche altro, segno di una tradizione mai superata nella storia della pizza.

Inoltre, la pizza napoletana - a differenza di quella gourmet che a volte appare uguale anche a centinaia di chilometri di distanza, pur essendo buona - risente ancora di tutte le oscillazioni di qualunque prodotto artigianale, per cui è più importante individuare i maestri, in grado di prepararti sempre e comunque una pizza di un certo standard, che stilare classifiche effimere sui prodotti, giusto per attirare attenzione.

Altrettanto vero che chiunque assaggi un morso dell'impasto di Franco Pepe vivrà la stessa esperienza di Neo in Matrix quando Morpheus gli rivela la verità sul mondo circostante, ovvero tutte (o quasi) le pizze mangiate fino a quel momento erano una pallida imitazione di ciò che può essere questa specialità preparata da chi sa farlo.

Come farà l'impasto a uscire così morbido, color del sole, da un forno di quattrocento gradi, e quale formula magica adotterà quest'uomo per far sì che gli spicchi di pizza si volatilizzino sotto il palato?

Stregoneria - del resto, pur se in provincia di Caserta, siamo al confine col beneventano - o passione smodata di un pizzaiolo che ama fare così bene il proprio lavoro da avere il coraggio di lasciare la premiata pizzeria di famiglia nello stesso paese, per aprire il suo locale, dove dar vita alla sua visione di ristorazione, di cura del cliente, di ricerca di materie e prodotti?

domenica 1 settembre 2013

A Caravaggio si sta in Allegra Compagnia


La spassosissima tovaglietta che addobba la tavola dell'Allegra Compagnia di Caravaggio è un campionario di epiteti e sfottò in puro dialetto orobico, che persino per gli autoctoni è ormai come un relitto del passato.

Con l'aiuto di questo testo gli amanti dell'idioma bergamasco possono aiutarsi a tradurre tutti i termini tra i quali spiccano - per l'assonanza con la sfera del mangiare le voci macarù, cioè uomo dappoco, maia-méche, mangia michette, e maia ure, il tipico imboscato sul lavoro.

Location preziosa, eleganti tavoli di legno e nello stesso tempo un'atmosfera e un servizio ora familiare e ora alla mano che rendono confortevole la visita di questo locale.

Molti lo ricordano nella sua veste di pizzeria, io stesso l'ho conosciuto tempo fa tramite una fiorentina da sballo, ma Allegra Compagnia vuol essere trattoria e ristorante vocata all'ottimo rapporto qualità-prezzo e alla fidelizzazione del cliente, al quale si cerca di lasciare il miglior ricordo possibile.

Da una cantinetta approntata settimana dopo settimana sulla base dell'andamento delle vendite - senza tanti grilli enologici per la testa - estraiamo un Cab Franc Colli Berici che va molto oltre le aspettative e che acquista in termini di complessità col passare del tempo dopo l'apertura.

Pani, grissini e focaccia - sciocca - completano l'accoglienza, mentre leggiamo il menù del giorno che reca sempre una specialità locale, in questo caso la gallina ripiena.