Visualizzazione post con etichetta cucina giapponese. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cucina giapponese. Mostra tutti i post

martedì 8 ottobre 2013

Groupon Adventures: a Tokio, via Corte Franca

Arrivando al lago d'Iseo dal versante bresciano, subito dopo Erbusco, si approda a Corte Franca con le sue torbiere, dalle quali prende nome un grosso centro commerciale nel quale si cela il ristorante giapponese Tokio.

Groupon ce lo fa conoscere con quest'offerta, snidando in piena Franciacorta un piccolo locale dove gustare sushi, sashimi e tutto l'armamentario della cucina giapponese sdoganata qui da noi.

La suddetta cucina ha dovuto aspettare il terzo millennio per diffondersi lungo lo stivale, a differenza di quella cinese che noi consideriamo sua sorella ma che in realtà non le è neanche lontana parente.

Un po' come se un cinese o un nipponico considerassero la cucina italiana e quella francese due varianti di una stessa roba, cosa che farebbe rabbrividire sia noi che gli amati-odiati cugini d'oltr'alpe.

Certo, chi commistiona i cinesi  e i giapponesi non ha sempre tutti i torti, visto che molti ristoranti cinesi propongono anche piatti di tradizione giapponese, o che al posto di parecchi ex cinesi sono sorti neo-giapponesi, o ancora che certi piatti se li rimpiattano a vicenda per incontrare il gusto di noi occidentali.

Il ristorante Tokio, senza troppi fronzoli e ben conscio del tipo di pubblico che circola nel centro commerciale, propone il molto efficace kaiten sushi, ovvero il nastro trasportatore con i piattini di sushi e quant'altro, e alcuni menù a prezzi che mettono in difficoltà anche il più resistente alle tentazioni.

domenica 22 settembre 2013

Tiriamoci sushi: Ichiban il migliore

Sul confine tra la città bassa e quella alta, là dove via Pignolo s'incammina verso la vetta, il ristorante giapponese Ichiban sta vivendo la sua stagione di successo.

Definirlo il migliore non è solo un gioco di parole, perché sebbene questo sia almeno uno dei significati della parola ichiban, di fatto è uno dei migliori locali di sushi qui a Bergamo e dintorni.

A prima vista, la sfilza di ristoranti di cucina giapponese - sushi, sashimi, tempura e piastra - sembrano uniformarsi, persino nelle tariffe, visto che tutti propongono formule all you can eat dai costi equivalenti.

Eppure, non si tratta di piatti sempre uguali, perché c'è in gioco un importantissimo fattore: la freschezza.

Freschezza della materia prima, certo, ma anche freschezza della preparazione.

Il nigiri sushi o i maki preparati al momento sono nettamente differenti da quelli che vengono nastrotrasportati nei kaiten, e qui da Ichiban il kaiten non c'è, perciò ogni piatto viene assemblato all'uopo.

Così, per un comodo all you can eat da 18 € senza distinzioni di sesso o fastidiosi virgola novantanove centesimi ecco che cosa può sfilare sul vostro tavolo.

venerdì 17 maggio 2013

Il pranzo del Sol Levante


Ci sono solo due posti al mondo in cui la pasta si vendeva per strada: il Giappone e Napoli.

La modernizzazione ha cancellato quasi del tutto il cibo di strada partenopeo, mentre nella terra del Sol Levante - come in tanti altri posti dell'estremo Oriente - è ancora del tutto usuale acquistare paste in zuppa da passeggio, oltre a tante altre leccornie.

Ho già cantato le lodi della pasta udon in questo post, ma uno dei modi più gustosi per consumarla è nel suo classico abbinamento con brodo di funghi shiitake e zenzero.

Tra le zuppe più popolari, vuoi per la semplicità, vuoi per il profumo - caratteristica importante, se vuoi attirare i passanti - questa combinazione ha un potere rasserenante come pochi piatti.

Sarà anche per le incredibili proprietà delle quali sono dotati questi funghi, che crescono direttamente sul tronco degli alberi, e capaci di immunizzare l'organismo da una miriade di accidenti, ma è soprattutto il gusto che conferiscono al brodo a fare la differenza: un brodo quasi untuoso, che appaga anche le percezioni tattili della degustazione, mentre lo zenzero contrasta con punte di acidità  rinfrescante.

È proprio il caso di dire: ittadakimasu!

domenica 12 maggio 2013

Tiriamoci sushi: mangiare, Wasabi, uomo, donna


La battuta-citazione col film di Ang Lee viene facile, anche perché al ristorante giapponese Wasabi di Bergamo - aperto da poco sulle ceneri di un precedente orientale modello cucina-alla-piastra-e-wok - propongono una duplice formula all you can eat: l'uomo paga 20,90 € e la donna 18,90 €, ovviamente bevande escluse.

Sul nastro scorrevole in puro stile kaiten-zushi, la consueta trafila delle varie declinazioni del sushi in formato nigiri o maki, con qualche apparizione sporadica ma gradita di sashimi di salmone o di alghe con salsa di sesamo, poi dalla carta si può scegliere a piacere quasi tutto.

Il locale ha il canonico design lineare e tagliente, impreziosito dalla vetrata sul pomeriggio assolato bergamasco che degrada verso la serata primaverile post-temporale, e ben presto tutti i tavoli trovano i loro ospiti.

Unico errore: aver ordinato tutto nello stesso momento, il che significa che ti porteranno tutto assieme, ahimé.

Perciò, se ci andate, ordinate con calma una o due portate per volta, e non azzardatevi a prendere vino sfuso: se proprio non volete sostituirlo con il tè, scegliete una bottiglia.

martedì 30 aprile 2013

Udon, cibo dell'anima



Anche se noi italiani ci vantiamo di essere i dominatori della pasta, la testimonianza più antica su questo alimento risale a circa quattromila anni fa in Cina, e tutto l'Oriente ha contribuito al suo sviluppo, utilizzando tutti i cereali e i legumi disponibili per prepararlo.

In Giappone ci sono tre varietà di paste, la ramen, con le uova, la soba, con grano saraceno, e la più normale di tutte, udon, che potremmo definire grossi spaghettoni.

ma l'udon, attestata fin dal seicento, è considerata in alcune zone come il prodotto-simbolo, tanto che gli organi governativi la promuovono con pubblicazioni e fondazioni pubbliche per la tutela e lo sviluppo.

Addirittura, hanno istituito il giorno dell'udon, che cade il 2 luglio.

Lo spezzone di cui sopra è tratto dall'omonimo film del 2006, di Katsuyuki Motohiro, e narra la storia di un giovane che torna dagli Stati Uniti con la coda tra le gambe per non aver sfondato e che invece trova sé stesso e la sua fortuna dedicandosi alla diffusione dell'udon, prodotta proprio dalla sua famiglia dalla quale si era allontanato.

Quanto sia buona non si finisce mai di dirlo, ora col brodo e ora con intingoli saltati.

La sua consistenza e il suo spessore ne fanno un vero e proprio comfort food che si esalta con i sapori forti.

Io mi ci sono confortato così.

domenica 1 luglio 2012

Tiriamoci sushi: lieto di aver preso un granchio!

Fuor di metafora, prendere un granchio vuol dire proprio aver a che fare con il crostaceo in carne e carapace, e se è buono si può esserne felici.

Così è stato allo Yun Restaurant dell'Antegnate Shopping Center e così probabilmente sarà per tutti coloro che vorranno sperimentarlo.

Yun e Shanghai sono i nomi assegnati a questa catena di piccoli ristoranti - a volte molto piccoli, da meritarsi l'aggettivo quick - che offre in parecchi centri commerciali lombardi i sapori d'Oriente a prezzi abbordabili.

Ho mangiato diverse volte allo Shanghai Quick di Orio Center e ho provato una volta anche lo Yun dello stesso centro: mentre la versione Shanghai è pressoché uguale a tutti gli altri ristoranti cinesi, gli Yun invece hanno una varietà di proposte che non si trova facilmente in qualsiasi ristorante giapponese.

In più, lo Yun di Antegnate offre una promozione davvero speciale: per soli 18,90 € puoi ordinare tutto quello che vuoi - sono esclusi solo pochissimi piatti e naturalmente le bevande - a patto che tu consumi tutto quello che ti portano, altrimenti pagherai a prezzo intero il piatto che non hai consumato.

Ho bandito dalla mia scelta qualsiasi facile versione del sushi, inflazionato e spesso fatto male, per provare manicaretti meno usuali e anche più pregiati, approfittando dell'offerta.

Il risultato?

Eccellente!

giovedì 26 aprile 2012

Tiriamoci sushi: il sole è pallido sul Nagoya

Più o meno in tutta Italia, la ristorazione etnica non ha vita facile: basti pensare a quello che è successo all'universo cinese, ridotto a proporre la cucina del sud della Cina, nei suoi piatti più abbordabili per noi occidentali, con quel fondo tutto uguale di glutammato, mentre le grandi e geniali preparazioni di Shangai si trovano solo in alcuni rifugi privilegiati (a proposito, quando riapre il Bambu???).

Non parliamo poi del mondo arabo, che qui nel bergamasco latita colpevolmente e non certo per colpa dei potenziali ristoratori.

E il Giappone de noantri come va?

Fatta eccezione per Milano e per alcuni locali sparsi qua e là, spesso gestiti da italiani, che propongono una cucina giapponese di qualità a cominciare dalle materie prime e quindi dai costi più elevati, si sta diffondendo sempre più un modello tutto appiattito sulle declinazioni del sushi - giusto perché il riso è riconoscibile al nostro palato - piatto per niente facile da realizzare, anche se non sembra.

Il modello dilaga, l'offerta si moltiplica e quindi in questo tipo di ristoranti nipponici si può uscire senza aver dato fondo alla carta di credito.

Ma avendo mangiato come?

Qui a Bergamo, di ristoranti giapponesi di medio livello ce ne sono diversi e uno dei più frequentati è il Nagoya di via Maffei.