Proprio come il più bello dei regali per le festività di Natale e fine anno, Spirito di Vite 2018, il concorso nazionale sui distillati, ci ha regalato una prima fila di distillerie e produttori che con la loro maestria hanno saputo dimostrare che cosa vuol dire produrre grappe e acqueviti di pregio assoluto.
Ci eravamo già visti il 27 novembre nella sede ADID di Bergamo, la storica trattoria Falconi, ospitati dal patron Marco - delegato provinciale - e dal presidente Cristiano Comotti, assieme a tanti rappresentanti del mondo dell'enogastronomia, della comunicazione e ai degustatori ufficiali ADID per affrontare la godibilissima impresa di degustare i campioni di distillati in gara, tutti di incredibile qualità, dai quali selezionare coloro che si sarebbero distinti per inarrivabile eccellenza.
Grappe giovani, invecchiate, aromatiche, acqueviti e brandy si sono avvicendati sui panels di degustatori che, con scrupolosa precisione e fitto dialogo per arrivare a una valutazione coerente, li hanno scrutati, assaggiati, scandagliati per poi esprimere le loro impressioni secondo le metodologie e i criteri ufficiali adottati dall'ADID.
Sullo sfondo di GourmArte - la roboante fiera dell'enogastronomia che ormai da sette anni dà prestigio alla città orobica in materia di gusto - pochi giorni dopo le distillerie a confronto sono state chiamate a scoprire e ricevere le menzioni per lo splendido lavoro svolto nel realizzare i propri prodotti, dando vita a un ventaglio di distillati che al momento rappresentano la soglia più alta della produzione italiana.
Prima di lanciarci a capofitto nell'elenco dei migliori, è importante sottolineare ancora una volta il ruolo di ambasciatrice del bere responsabile che ADID si è assunta, dando a tutte le sue iniziative un valore di divulgazione culturale, finalizzato a dimostrare che i distillati sono innanzitutto uno degli ingegnosi modi con i quali l'essere umano ha messo a frutto il suo rapporto con la terra e l'ambiente, e che conoscerli non vuol dire avere a che fare con qualcosa di pericoloso, bensì comprendere una storia fatta di sacrifici, di investimento, di energie che le questi produttori hanno speso per far crescere in maniera sana e sostenibile la pratica della distillazione.
Ed eccoci al traguardo, presso il quale tutte le grandi distillerie che hanno preso parte a Spirito di Vite 2018 hanno fatto arrivare i loro tesori.
Per ognuna delle categorie in lizza - grappe giovani, grappe invecchiate, grappe aromatiche, grappe aromatiche invecchiate, grappe aromatizzate, acqueviti aromatiche invecchiate e brandy - le conseguenti menzioni sono state suddivise in un ideale podio, con i rispettivi gradini oro, argento e bronzo.
Grappe giovani
Partiamo, per le grappe giovani, da una menzione oro particolarmente significativa, visto che Spirito di Vite è stato fortemente voluto da Marco Falconi nella sua terra bergamasca, e il destino ha voluto che a prevalere assieme alle altre fosse proprio la Pòta che grappa delle Distillerie di Sarnico, da Merlot e Cabernet rigorosamente orobiche, per una grappa classica di gradevole equilibrio.
Oro anche per la Storica Nera di Domenis 1898, finezza e persistenza che da più di cento anni continuano a incantare.
Altra menzione aurea per la Grappa Burggräfler 44° di Unterthurner, espressione tipica dello stile della casa altoatesina.
Tutte le proprietà del Nebbiolo di Arpepe fanno guadagnare l'oro anche alla distilleria Valtellinese Invitti con la grappa di Nebbiolo, quando si dice che l'unione fa la forza e che il territorio va valorizzato.
Ancora un oro, per la distilleria Magnoberta di Casale Monferrato e la sua grappa di Chardonnay che grazie agli alambicchi tradizionali trasferisce al naso e al palato tutto il meglio del vitigno di partenza.
Non sono mancate le menzioni argento, per la Pinot Unicovitigno Peroni, la Friulia del gruppo Caffo, la Dolcetto d'Ovada di Gualco, la Secolo della Domenis 1898 e la Chardonnay di Borgo Antico San Vitale in Franciacorta.
Arrivano al bronzo anche la Arneis di Sibona, quella di Amarone di Peroni, la Scighera di Nebbiolo Invitti, Neri di Schioppettino di Domenis 1898, Chardonnay Unicovitigno Peroni e la Brunello di Nannoni.
Grappe invecchiate
Passando alle grappe invecchiate, proprio in occasione dei suoi 120 anni, Domenis 1898 con la sua LA120 può festeggiare il prestigioso compleanno con l'oro nella categoria di riferimento, con una grappa a distillazione lunga come la storia di questa distilleria, e un'attenta calibrazione nell'estrazione degli aromi legnosi nell'invecchiamento.
Un oro morbido e vellutato anche per la Riserva carlo Bocchino, che sublima il meglio degli uvaggi tipici dei grandi vitigni e dei grandi vini piemontesi, che vale a dire quanto di meglio al mondo.
Anche la Royal Riserva di Zamperoni sale sul podio più alto, al cui pregio contribuiscono il rame degli alambicchi e la moderata tostatura.
Ancora una menzione aurea per la LéRA della distilleria Sancarlo, ossia il premio più grande per la distilleria più piccola d'Italia, come piccolissima è la produzione, realizzata con vinacce degli undici comuni della zona Barolo e un passaggio in barrique francese.
L'oro per la Vecchia Grappa Caffo va a rappresentare anche un premio a un'azienda di portata storica, che ha saputo interpretare il suo ruolo imprenditoriale ad ampio raggio, e che in questo distillato concentra tutta la sua lunga esperienza.
Chiude il novero delle menzioni d'oro la Grappa di Barolo Marolo, il cui carattere si forma lentamente nel corso di quattro anni in piccoli fusti.
Quattro le menzioni d'argento, di cui si fregiano la Riserva Personale Rossi D'Angera, la Barbera affinata in botti da Sherry Sibona, la Riserva Chardonnay di Franciacorta Borgo Antico San Vitale e la Stravecchia Magnoberta.
Altrettanti bronzi vanno alla Brunello oro dei carati Nannoni, alla Amarone barricata Peroni, alla Senza Nome di Gualco e alla Pinot Barricata sempre di Peroni.
Grappe giovani aromatiche non invecchiate
La presenza diffusa dei distillati Peroni è segno di un lavoro intenso che non nasconde la sua intenzione di mettersi in mostra.
Ed ecco arrivare un doppio colpo che sa di successo indiscutibile.
Innanzitutto, un bell'oro per la categoria dei distillati ottenuti da vinacce di vitigni aromatici: la grappa di Moscato Peroni è ottenuta dal prestigioso Moscato di Scanzo, ai cui aromi tipici si aggiungono i sentori dell'appassimento.
A seguire, menzione d'argento per la grappa di Malvasia, che dal floreale al fruttato dispiega più di un motivo per risultare vincente.
Bronzo per la Moscato della già premiata Pòta, che così può considerare definitivamente questo 2018 come un anno dal sapore trionfale.
Grappe aromatiche invecchiate
Apre la serie di menzioni oro per le aromatiche invecchiate la Altana del Borgo 2001 Rossi d'Angera, concepita per essere messa a riposo e risvegliata dopo dieci anni di lento invecchiamento.
All'oro arriva anche la Moscato Sauternes Cask Finish di Cantina Privata Bocchino, nella quale gli alambicchi a vapore discontinui e le barriques completano ciò che la natura generosa ha già regalato all'uva Moscato d'Asti.
Terza menzione aurea per la Riserva Moscato invecchiata in botti di Madeira di Sibona, che assume tutti i pregi del Madeira passato in quello stesso legno, dopo aver comunque riposato in rovere.
La Moscato Après di Marolo invecchiata in botti di passito di Pantelleria guadagna il quarto oro di questa tornata, e i cinque anni nel legno, che le conferiscono sentori mandorlati, dimostrano tutto il loro valore d'investimento.
Tre sono le menzioni d'argento, delle quali vanno a fregiarsi la Moscato e la Malvasia in barriques di Peroni e la Amandola Moscato d'Asti di Rossi d'Angera, mentre alla grappa aromatica di Malvasia in barrique di Magnoberta va l'unico bronzo della categoria.
Grappe aromatizzate
Due menzioni, entrambe auree, per la categoria delle aromatizzate, le meritano rispettivamente la Grappa alla liquirizia di Nannoni, che assume tutta la sua complessità proprio grazie alle radici della benefica pianta, e la grappa alla ruta di Gualco, un grande classico tra i distillati del nord.
Acqueviti aromatiche invecchiate
Altre due menzioni oro vanno a completare il panorama, premiando le acqueviti aromatiche invecchiate di Nannoni con la sua Dolce Amarena, che rievoca nel gusto sensazioni da pasticceria, e l'acquavite di Prugne Unterthurner che dispiega freschezza e note mandorlate.
Brandy
Spazio e menzioni d'oro anche per il brandy, altra grande famiglia dei distillati che sicuramente meriterebbe un'attenzione esclusiva, e non è detto che ADID non decida di occuparsi anche di questo con un concorso specifico.
Si vestono d'oro il brandy di Nannoni grazie alla sua affascinante complessità e il brandy Peroni con la sua finezza estrema, confermando queste due distillerie tra quelle più capaci di interpretare i distillati con una visuale ampia e sfaccettata.
Arrivederci al 2019 con ADID
Senza alcun dubbio, Spirito di Vite 2018 è stata un'iniziativa riuscitissima, non solo per l'impegno e la professionalità profusi dagli organizzatori, e per l'incredibile livello qualitativo dei campioni in gara, ma anche perché ha saputo intercettare un'attenzione verso i distillati che sta emergendo in maniera sempre più decisa nel novero di coloro che amano il buono, che cercano anche come consumatori di valorizzare la dimensione artigianale, che leggono l'impegno delle aziende ad adottare procedimenti tradizionali e rispettosi della natura come un valore aggiunto al gusto e alle qualità organolettiche di un prodotto.
In particolare con i distillati, usciti ormai da qualunque forma di demonizzazione, nonché liberatisi dalla sudditanza e subalternità nei confronti dei vini, e che adesso necessitano di un'opera di divulgazione svolta da professionisti ed esperti, ruolo che ADID appare intenzionata a rivestire in primo piano.
Dopo questa bellissima chiusura del 2018, Marco Falconi e Cristiano Comotti mostrano di avere già in serbo nuove sorprese per gli appassionati, e noi auspichiamo che lo Spirito di Vite possa diffondersi ancora di più nel 2019.
Buon anno!
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