domenica 16 febbraio 2014

Groupon Adventures: al Teatro, lo spettacolo della bistecca fiorentina


L'ultima volta che sono stato all'osteria Il Teatro a Lallio - te ne parlo qui - feci uno sforzo per respingere la tentazione di gustare la proposta con la bistecca alla fiorentina, ripromettendomi una seconda visita espressamente dedicata.

Via Groupon, il momento è arrivato, e con questa offerta  bistecca alla fiorentina fu.

Tutte le immagini che schematizzano i tagli bovini, in genere, contrassegnano con il numero uno la lombata, e se l'uno cardinale serve a far corrispondere l'immagine alla spiegazione, io lo faccio diventare ordinale per affermare il primato di questo taglio sugli altri (anche se i tagli cosiddetti poveri, dal petto alla pancia, a mio parere sono altrettanto degni).

A Firenze, questo taglio numero uno - comprensivo del filetto - va a costituire l'arcifamosa bistecca fiorentina, o alla fiorentina - pare che dire soltanto fiorentina non vada bene, perché per gli abitanti gigliati quello è solo ed esclusivamente il nome della fede calcistica - che poi tutto il mondo ha imparato a conoscere e riprodurre.

Sappiamo poi che bistecca deriva da beef steak, e qui la storia si fa leggenda, perdendo aderenza con la realtà.

Il principale indiziato è San Lorenzo, non il santo ma la festa d'agosto, durante la quale si dice che gli inglesi in vacanza - da sempre innamorati della Toscana - prediligessero questo taglio  coniandone il nome storpiato poi in italiano, ma c'è chi giura che questo aneddoto risalga addirittura ai tempi dei Medici.

Vitellone o scottona, che oggi vuol dire animale macellato nel secondo anno di vita, dopo un'adeguata frollatura al fresco se ne ricavano grosse fette scandite dal caratteristico osso a T, filetto e controfiletto, da far cuocere dopo averla riportata a temperatura ambiente, se è possibile su una griglia sovrastante una brace bianco-cenere.

Pochi accorgimenti giusti, insomma, e tutta la sorprendente semplicità di questo piatto leggendario potrà soddisfare gli amanti dei peccati della carne.

All'osteria Il Teatro, lo spettacolo in tre atti è partito da qui: sipario.

sabato 15 febbraio 2014

Da Vittorio, per amore della qualità


Da quasi mezzo secolo, la Bergamo enogastronomica riluce grazie a una delle realtà più prestigiose di tutt'Italia, Da Vittorio.

Il mondo dell'alta cucina e i grandi osservatori non ci misero molto ad accorgersi del talento e della capacità strategica di Vittorio Cerea, che in soli quattro anni - che non erano gli anni di oggi - si fregiò della prima stella Michelin, poi triplicata grazie all'egregio lavoro di una famiglia intera che oggi è emblema di capacità imprenditoriale, oltre che di altissima sapienza nella ristorazione.

A portare a livelli ancora più stellari il lavoro dei Cerea è stato infine il trasferimento del 2005 nella struttura de La Cantalupa a Brusaporto, tra la dimora inserita nel circuito Relais & Chateaux e la struttura per il banqueting, giusto per dare qualche altra prova d'eccellenza, casomai ce ne fosse bisogno.

Mi fa quindi doppiamente piacere visitare questo posto in una serata dedicata all'amore, come San Valentino, perché solo l'amore per la qualità può far brillare così a lungo, e con la prospettiva di durare ancora per molte generazioni, il successo di Vittorio e dei suoi figli.

Si può ammirare questo miracolo solo con la meraviglia negli occhi, la stessa meraviglia che fa da tema per il menù speciale (che si può provare anche tramite InGruppo), un menù in cui la perizia gastronomica si fa magia, le portate si susseguono come scene di una fiaba, e ogni piatto è una finestra sui continenti, quelli reali e quelli immaginati, e gli ingredienti si tramutano in pietre preziose, spettacoli della natura, fughe esotiche e suggestioni romanzesche.

domenica 2 febbraio 2014

A Romano, Mariet fa le cose per bene


Quattro piatti, quattro vini, cucina tecnica e calibrata, locale raffinato, personale accorto e costo contenuto.

Non ti sto raccontando una favola: è solo la descrizione della serata al ristorante dell'Hotel Mariet di Romano di Lombardia.

È proprio vero che chi ha dei tesori nella propria città poi non li conosce: io che a Romano ci abito e ci passo davanti migliaia di volte all'anno, da quando ha ristrutturato e aperto una nuova e importante stagione della sua vita, nell'hotel ristorante Mariet non ci avevo ancora messo piede, colpevolmente.

Eppure, quando l'ho trovato nell'elenco dei ristoranti aderenti a TrentacinquEuro ho subito accarezzato l'idea di visitare e raccontare un pezzetto del mio paese adottivo.

Trentacinqueuro - che poi è anche il prezzo dei menù proposti - riunisce quaranta e più ristoranti della provincia di Bergamo (ne ho parlato già qui), ma andando a spulciare le singole offerte si capisce che ognuno ha interpretato l'iniziativa a suo modo.

C'è il misterioso che ti dice vieni da me e affidati alla mia genialità ma non posso dirti adesso che cosa mangerai, c'è il vago che ti lascia nel dubbio su ciò che berrai, c'è il preciso che ti esclude il sabato sera o altre fasce orarie, c'è addirittura il parsimonioso che ti propone tre liste di portate ma poi te ne fa scegliere soltanto due.

Per fortuna c'è anche chi, come il Mariet e qualche altro, ti dice per filo e per segno che cosa ti porterà in tavola, dall'antipasto al dessert, e con quale abbinamento, portata per portata.

Non solo: il Mariet propone menù degustazione a base di carne o di pesce, e questo ci ha permesso di assaggiare entrambi senza problemi.

Insomma, già  nella presentazione e nella comunicazione, la chiarezza e la sicurezza di ciò che intendono proporre non lascia dubbi al potenziale visitatore, e queste sono alcune delle cose che fanno la differenza vincente.