domenica 2 febbraio 2014
A Romano, Mariet fa le cose per bene
Quattro piatti, quattro vini, cucina tecnica e calibrata, locale raffinato, personale accorto e costo contenuto.
Non ti sto raccontando una favola: è solo la descrizione della serata al ristorante dell'Hotel Mariet di Romano di Lombardia.
È proprio vero che chi ha dei tesori nella propria città poi non li conosce: io che a Romano ci abito e ci passo davanti migliaia di volte all'anno, da quando ha ristrutturato e aperto una nuova e importante stagione della sua vita, nell'hotel ristorante Mariet non ci avevo ancora messo piede, colpevolmente.
Eppure, quando l'ho trovato nell'elenco dei ristoranti aderenti a TrentacinquEuro ho subito accarezzato l'idea di visitare e raccontare un pezzetto del mio paese adottivo.
Trentacinqueuro - che poi è anche il prezzo dei menù proposti - riunisce quaranta e più ristoranti della provincia di Bergamo (ne ho parlato già qui), ma andando a spulciare le singole offerte si capisce che ognuno ha interpretato l'iniziativa a suo modo.
C'è il misterioso che ti dice vieni da me e affidati alla mia genialità ma non posso dirti adesso che cosa mangerai, c'è il vago che ti lascia nel dubbio su ciò che berrai, c'è il preciso che ti esclude il sabato sera o altre fasce orarie, c'è addirittura il parsimonioso che ti propone tre liste di portate ma poi te ne fa scegliere soltanto due.
Per fortuna c'è anche chi, come il Mariet e qualche altro, ti dice per filo e per segno che cosa ti porterà in tavola, dall'antipasto al dessert, e con quale abbinamento, portata per portata.
Non solo: il Mariet propone menù degustazione a base di carne o di pesce, e questo ci ha permesso di assaggiare entrambi senza problemi.
Insomma, già nella presentazione e nella comunicazione, la chiarezza e la sicurezza di ciò che intendono proporre non lascia dubbi al potenziale visitatore, e queste sono alcune delle cose che fanno la differenza vincente.
Si parte con raffinata verità: una tartare di salmone e mozzarella di bufala, impreziosita da pan de cristal e salsa ponzu, sapori definiti e consistenze nette.
Anche sul versante carnale, tartare sia: questa è angus, con delle contrastanti uova di salmerino e una superba maionese al wasabi, dal gusto nudo e crudo ma per niente grossolano.
Al bicchiere, la partenza è segnata dal Glera frizzante IGT Venturin, bollicine che fanno il loro dovere in buon accordo con i piatti.
Da qui in poi le strade del vino si dividono, per riconfluire nel finale.
Infatti, al risotto con rosmarino, timo e canestrelli si affianca un Sauvignon Doc Isonzo Cormons, che con le erbe aromatiche è particolarmente indicato.
E le erbe, in particolare il rosmarino, di sicuro si ergono a protagoniste del piatto, e decidere se lo dominano o lo tiranneggiano è questione di gusti.
I paccheri ripieni, invece, sono il palcoscenico per il trionfo della bufala, tra ricotta, caciocavallo e blu, con un bel contrasto del pomodoro dolce-acidulo.
Ci si beve Barbera DOC del Piemonte Borgognotte, franco e pulito, sebbene sull'abbinamento che asciuga si potrebbe opinare.
Sui secondi però si raggiungono vette sorprendenti, e da soli i due piatti che seguono valgono la serata.
Lo sgombro, con la mirepoix di verdure, è irrorato di aceto di sherry, per cui il piatto contiene già in sé quell'aromaticità che in genere si suppone arrivi dal vino in abbinamento.
Il Grechetto dell'Umbria IGT Terre del Carpine è giustamente secco e l'accordo riesce intonato.
Con questa pancia di vitello (tutte le carni sono di Cazzamali) si decantano le infinite virtù delle cotture a bassa temperatura: l'esterno croccante cela una polpa scioglievole, e la senape giapponese e il peperoncino - o ichimi togarashi, per attenerci alla lezione della carta - bilanciano una cipolla netta e profumata.
Portata spalleggiata dal Montepulciano d'Abruzzo DOC Villa Diana, corpo solido che completa un'esperienza gustativa appagante, dal piatto al bicchiere.
Due parole sul locale: L'intero hotel è stato ristrutturato nel 2009 con risultati eccellenti, e il gusto moderno, raffinato e con qualche punta di eclettismo, è perfettamente corrispondente al taglio dell'offerta alberghiera ed enogastronomica che il Mariet è in grado di proporre.
Si torna a bicchieri unificati per il finale a base di Zibibbo di Punta Spadillo a Pantelleria, abbinamento esaltante per ogni dessert.
La tenerina calda al cioccolato con mascarpone gioca la sua carta principale nella golosità e nettezza del cioccolato, mentre la quenelle di crema apporta sì spumosità, ma avanzo dubbi sulla sua pertinenza.
Dall'altra parte del tavolo, un tiramisù di assemblaggio espresso, che sebbene richiedesse un'imbibitura più attenta dei biscotti ha comunque il pregio di una crema di gran sapore ed equilibrio.
Alla fine del percorso, restano la sapiente fattura dei piatti, la solida qualità dei vini, il garbo e la misura del locale e di chi lo anima.
Sapere di avere un posto simile a due passi da casa è rincuorante.
Hotel Ristorante Mariet
piazza Antonio Locatelli 20
24058 - Romano di Lombardia (BG)
tel. ristorante 0363 902383
chiuso sab. pranzo/dom. sera
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