mercoledì 25 dicembre 2013

Se no che Natale è? Gli struffoli


Da bambino consideravo gli struffoli un dolce da adulti.

Era da adulti nel senso che io non riuscivo ad apprezzarli, per cui li lasciavo ai miei genitori e alle persone grandi che nei giorni delle festività natalizie passavano per casa.

I bambini, si sa, hanno gusti grossolani e, sebbene gli struffoli non manchino di dolcezza - cioè del primo sapore che l'essere umano è in grado di riconoscere - tuttavia al mio piccolo palato ingenuo non risultavano golosi come il pandoro o le creme.

Crescendo ho imparato a riappropriarmi delle mie tradizioni, che in occasione delle due grandi feste religiose cristiane - Natale e Pasqua - danno veramente il meglio di sé.

Tant'è vero che ieri - il 24 dicembre - a pranzo ho ovviamente pasteggiato a pizza di scarole, mentre per il pranzo del 25 regalo ai miei acquisiti bergamaschi il dolce tradizionale napoletano del Natale: gli struffoli.

I miei viaggi mi hanno fatto già da tempo riconoscere la strettissima parentela con le miriadi di preparazioni a base di paste fritte e passate nel miele, che in tutta la circonferenza del Mediterraneo non fanno mancare la loro presenza.

La stessa combinazione, per esempio, la si ritrova nelle cartellate pugliesi - anch'esse tipiche del Natale - o in diverse preparazioni elleniche, ma anche sulla sponda maghrebina la tradizione di dolcetti di pasta mielata abbinati a frutta secca domina la festa dell'interruzione del ramadan, e nei giorni immediatamente precedenti i mercati si affollano di rivenditori di dolcetti e le folle si sbrigano a farne incetta perché arrivare alla festa senza sarebbe quasi un sacrilegio.

Non difficili da realizzare, gli struffoli però richiedono tempi e organizzazione efficace.

Sono grato alla mia compagna, non solo per come rende migliore la mia vita, ma anche perché senza di lei al reparto frittura e decorazione - mentre io impastavo, struffolavo e tagliavo le palline - sarebbe stata dura prepararli.

E buon Natale...

domenica 15 dicembre 2013

Groupon Adventures: a Calvenzano c'è un Giardino...


Una serata nebbiosa - resa ancor più intricata dalle gimkane alle quali costringono i lavori della Bre.Be.Mi. - ma alla fine la sostanziosa offerta Groupon per Il giardino dei sapori di Calvenzano è andata in porto.

E se da una parte l'adventure ha corrisposto alle aspettative, ci sono stati dei di più che non hanno guastato affatto e che rendono il ritorno in questo locale più che motivato.

Intanto, è molto raro che un ristorante con offerta Groupon porti il menù a tavola: certo, voi avete l'offerta già organizzata, dirai tu secondo buon senso; in realtà, a volte sembra vogliano nascondertelo, altre volte ancora appare evidente che non ce l'hanno nemmeno.

Invece, portare il menù al tavolo è un'azione con molte valenze: intanto, permette ai clienti di vedere l'intera offerta e magari farsi un'idea su cos'altro ordinare o su cos'altro potrebbe assaggiare se tornasse a mangiare lì; in secondo luogo, consente al cliente di capire se quello che sta mangiando in offerta è un unicum e constatare la differenza di prezzo.

Il bello poi è che la titolare, con grandissimo garbo, giustamente ce lo dice, ci invita a leggere la loro proposta e valutare la possibilità di un ritorno.

Perché questo dovrebbe essere il senso di proporre un'offerta con Groupon o con tutti gli altri sistemi in circolazione: l'autopromozione.

Ma ora torniamo a esplorare il giardino.

Locale a vocazione popolare, ma seguito con grande cura e attenzione; un menù ampio di piatti riconoscibili ma con qualche guizzo di creatività o di maggior ricerca di prodotti; pizza e birra, oltre a primi e secondi, ma su prenotazione anche alcune chicche come il pesce in crosta di sale che a un certo punto ha incantato la sala quando è stato portato al tavolo accanto.

E tra le pizze, la possibilità di assaggiare gli impasti fatti con le Farine Varvello della linea Pizza Giovane, a base di kamut, germe di grano, lino, polpa d'oliva o uva rossa, tutte sostanze ricche di antiossidanti naturali.

sabato 14 dicembre 2013

Cucinare secondo le stagioni: sotto una coltre di cavolfiore...


Hai presente la vichyssoise?

Quella splendida crema di patate e porri, creata dal francese Louis Diat per il suo ristorante a New York intorno agli anni Venti.

Della vichyssoise mi piace soprattutto la versione con uovo - in camicia o barzotto - cosparsa poi di crostini.

Da questa suggestione ero partito per inventare qualcosa con uno degli ortaggi autunnali-invernali che amo di più: il cavolfiore.

Il cavolfiore, in questa stagione, per me è rigorosamente cotto al vapore: quando lo assaggi, dopo la cottura, scopri che non ha bisogno di alcun condimento.

Quando l'ho frullato, per ridurlo in crema, ho dovuto aggiungere acqua affinché si creasse la giusta densità.

Ho temuto poi che l'acqua avesse indebolito troppo il suo sapore, ma non mi sono preoccupato, perché sapevo che avrei aggiunto della panna, proprio come per una vera vichyssoise di patate.

Poi l'ho assaggiato: nonostante il bicchiere abbondante d'acqua, la crema di cavolfiore non aveva perso neanche una sfumatura del suo sapore.

Così ho rinunciato alla panna - il che non guasta, in vista dei bagordi delle imminenti festività - e ho usato la morbidezza della crema per ricoprire un uovo in camicia adagiato su una cucchiaiata di porcini in olio, e completato tutto con briciole di biscotto di Grana Padano.

Bianca come neve, calda come una baita, gustosa come un pranzo di festa.

domenica 8 dicembre 2013

Groupon Adventures: a Treviglio, alta e bassa marea nel Parco

Al centro di Treviglio, dove un tempo sorgeva il borgo originario, circondato da un fossato sul quale oggi c'è l'anello stradale principale, si distende un'area verde che impreziosisce le passeggiate dei cittadini e dei visitatori.

Treviglio, del resto, è il centro più importante della provincia bergamasca, orientato verso Milano, e in certe sue sfumature ne assume le modalità, le usanze, persino le fattezze.

Proprio in questo polmone verde ci avventuriamo nell'appuntamento proposto da Groupon con quest'offerta per il Ristorante del Parco.

Il locale non è sterminato, nella bella stagione sicuramente sfrutterà moltissimo il gazebo esterno, ma col freddo di questi giorni si sta dentro, e dentro non si sta proprio larghi, così è inevitabile fare un po' di slalom per spostarsi o doversi concentrare per non rispondere ai clienti accanto che parlano tra loro ma di fatto è come se parlassero con noi, cosa che immagino anche loro potranno dire all'inverso.

Pianeta GourMarte: il paradiso dei gastronauti

I migliori produttori delle eccellenze e delle tipicità bergamasche e lombarde.

I preziosi guardiani di ingredienti, prodotti e ricette che grondano cultura e tradizione.

Gli incursori che, da altre regioni o nazioni, regalano all'Italia e al mondo le più strabilianti leccornie.

Gli chef che con sapienza e inventiva sanno dare la loro impronta personale a piatti che li fanno entrare nell'olimpo della cucina.

Basterebbe solo questo per dire quant'è prezioso e imperdibile l'evento che, alla Fiera di Bergamo, dal 7 al 9 dicembre, trasporta la Città dei Mille nella galassia del buon gusto e dell'alta cucina.

Poco dopo le dieci, infatti, si sono aperte le porte di Pianeta GourMarte, e in questi tre giorni tutti i gastronauti dovrebbero farvi rotta con la loro voglia di conoscere, apprezzare e serbare in memoria quanto di buono la Lombardia e l'Italia sono in grado di mettere in tavola.

Pianeta GourMarte è senza dubbio l'evento enogastronomico di maggior peso nella provincia bergamasca, ed è iniziativa di sicuro successo, in un momento di così grande attenzione e discussione attorno al mondo dei fornelli e delle eccellenze culinarie.

Un po' mostra, un po' fiera, dal laboratorio al ristorante, senza dimenticare la presenza di produttori ed esperti di ciò che sta intorno e dietro le cucine, dalle attrezzature professionali, al pentolame e finanche a quanto può rendere una tavola ben apparecchiata, non manca davvero nulla per chi abbia interesse verso il cibo, il vino, la cucina, gli ingredienti e i prodotti di qualità, nonché l'organizzazione di eventi a carattere enogastronomico.

Il padiglione è organizzato in sezioni, secondo un progetto che aiuta a classificare le presenze, tutte significative, di espositori e creatori di bontà.

martedì 3 dicembre 2013

Con INGRUPPO, alta cucina a scopo benefico

I quindici chef più prestigiosi di tutta la provincia di Bergamo.

L'iniziativa più significativa nell'ambito della valorizzazione e della diffusione dell'enogastronomia.

L'associazione più attiva nel campo dell'informazione e del supporto a favore di chi soffre dei disagi recati da ansia e depressione.

Con questi tre ingredienti, ieri sera - 2 dicembre 2013 - nella funzionale location di Bergamo Fiera, si è svolta la grande festa di beneficenza all'insegna dell'alta cucina, chiamando a raccolta tutti i gourmet che sotto l'egida di Ingruppo hanno dimostrato come sia facile e proficuo far incontrare il buon gusto della gente e l'arte dei migliori cuochi.

I quindici chef non si sono risparmiati e dalle loro postazioni hanno estratto delle vere e proprie magie gastronomiche, permettendo così il miracolo: l'intero incasso, infatti, è stato devoluto all'associazione Un porto per noi che dal 1997 a Bergamo si occupa di ascoltare e sostenere chi combatte ogni giorno con quei terribili nemici costituiti da ansia e depressione.

Un porto per noi è una ONLUS impegnata quotidianamente nell'informare chi avverte i sintomi di tali disagi, affinché - sentendosi sostenuti - trovino il coraggio di affrontare un percorso che possa portarli di nuovo a standard di vita accettabili.

Per raggiungere questo scopo, l'associazione organizza eventi divulgativi, gestisce gruppi di auto aiuto, è in grado di fornire recapiti di professionisti affermati e capaci, e offre anche l'opportunità di un ascolto immediato, con un servizio di risposta telefonica allo 035 400308, utilissimo a ridurre il senso di solitudine che troppo spesso sommerge le vittime di queste sindromi.

La partecipazione alla serata ha avuto un doppio successo: da una parte permettere di raggiungere una somma ragguardevole da destinare a tale finalità benefica; dall'altra confermare la piena riuscita del progetto Ingruppo, dopo il trionfo della scorsa edizione, di cui trovi notizie qui.

Un trionfo così eclatante da indurre senza alcun dubbio a replicare l'esperienza: infatti, già da gennaio con Ingruppo sarà possibile fare le migliori esperienze gourmet presso i quindici grandi ristoranti del firmamento gastronomico bergamasco.

La serata è stata animata - oltre che dalla musica - anche da una lotteria con in palio ovviamente delle meravigliose cene presso i quindici ristoranti, nel mentre i partecipanti andavano di postazione in postazione per assaggiare tutte le meravigliose creazioni degli chef.

Il padiglione era idealmente diviso in due corridoi dalle postazioni di distribuzione del vino: etichette del calibro di Tallarini, Berlucchi, Magri, Petrognano, Castello Banfi, Biava, e altre ancora, per rendere la degustazione ancor più preziosa e sfaccettata.

Ecco, in un percorso ideale, e in un crescendo di intensità e forza dei sapori, i quindici piccoli capolavori.

domenica 1 dicembre 2013

Shiva Bergamo: l'India arriva da Milano


Tra i milioni di divinità che affollano il mondo soprannaturale degli indiani, Shiva  - nella sua forma Naṭarāja, di Re della danza - esercita un fascino particolare sugli occidentali.

In questa celebre scultura conservata a Parigi, ha appena sconfitto i veggenti della foresta che volevano ucciderlo, usando la loro stessa energia, schiacciando l'ignoranza sotto il piede - rappresentata dal nano - e generando il mondo col suono del damaru, il tamburello a clessidra nella mano destra (ehm, quella superiore).

La ricchezza e la profondità del mito legato a questa divinità è vertiginosa, perciò scegliere di intitolare a Shiva un ristorante indiano è un impegno non da poco, sia nei confronti di altri indiani che vivono in Italia, sia degli italiani che ne conoscono lo spessore.

Eppure, dato che a Milano lo Shiva Restaurant esiste con successo da quasi vent'anni, i fondatori hanno pensato bene di creare un altro angolo di India nella vicina Bergamo, proprio dove fino a qualche mese fa c'era il Maharaja di cui parlai in questo post.

Così, da poco più di un mese, l'onda sonora del damaru che mai ha smesso di generare ha creato il ristorante indiano Shiva Bergamo, che si propone come autentico avamposto di una cucina frutto di mille influenze.

Il panorama religioso indiano, infatti, è notoriamente caleidoscopico, con parecchie e differenti restrizioni circa gli alimenti.

Con l'influenza musulmana, le spezie e i sapori dolci portano una nuova risorsa alle possibili combinazioni gastronomiche.

Infine, il gusto degli inglesi dominatori - che mal sopportavano l'eccesso di sapori originario - spinse gli indiani a sperimentare e inventare i curry che oggi li contraddistinguono.

Da un punto di vista alimentare, gli indiani stessi sono molto diversi gli uni dagli altri, così anche nei menù proposti dallo Shiva - dai 18 ai 25 € senza bevande - si spazia dal vegetariano puro, a quello di carne o pesce, fino allo speciale Shiva.