Più o meno in tutta Italia, la ristorazione etnica non ha vita facile: basti pensare a quello che è successo all'universo cinese, ridotto a proporre la cucina del sud della Cina, nei suoi piatti più abbordabili per noi occidentali, con quel fondo tutto uguale di glutammato, mentre le grandi e geniali preparazioni di Shangai si trovano solo in alcuni rifugi privilegiati (a proposito, quando riapre il Bambu???).
Non parliamo poi del mondo arabo, che qui nel bergamasco latita colpevolmente e non certo per colpa dei potenziali ristoratori.
E il Giappone de noantri come va?
Fatta eccezione per Milano e per alcuni locali sparsi qua e là, spesso gestiti da italiani, che propongono una cucina giapponese di qualità a cominciare dalle materie prime e quindi dai costi più elevati, si sta diffondendo sempre più un modello tutto appiattito sulle declinazioni del sushi - giusto perché il riso è riconoscibile al nostro palato - piatto per niente facile da realizzare, anche se non sembra.
Il modello dilaga, l'offerta si moltiplica e quindi in questo tipo di ristoranti nipponici si può uscire senza aver dato fondo alla carta di credito.
Ma avendo mangiato come?
Qui a Bergamo, di ristoranti giapponesi di medio livello ce ne sono diversi e uno dei più frequentati è il Nagoya di via Maffei.
Nella lista le preparazioni a base di riso, come sushi, maki e chirashi, fanno da padrone e sono proposte in combinazioni multiple che consentono di assaggiarli un po' tutti a prezzo contenuto.
La classica barca - che si trova in qualsiasi ristorante simile - per due persone costa 26 € e trasporta 8 maki, 8 nigiri sushi, 15 mini sashimi - ma proprio mini - e due gamberi sciolti, forse la cosa più saporita di tutto l'equipaggio.
Perché il problema è che o tonno o salmone, o riso a polpetta o avvolto nell'alga nori, o asciutto o intinto nella miscela di soia e wasabi, alla fine il riso è sempre gommoso fino a sembrare finto e il pesce è talmente neutro da sembrare un'allucinazione.
Quindi, addio costo contenuto e via alla sperimentazione di altri piatti presenti in carta.
Il tofu fritto con salsa aromatica è molto, ma molto fritto: alla salsa aromatica, che altri non è che olio di frittura, brodo e soia, si aggiunge il grasso mal-colato dei morbidissimi blocchetti di tofu rivestiti di una tempura leggera.
Ripiegare sugli spaghetti udon soba con verdure è una vigliaccata, lo so, ma la necessità di mangiare qualcosa che potesse far pensare all'aggettivo buono era davvero impellente.
Con le bevande gli abbiamo lasciato 45 € che sono pochi in confronto ai prezzi di ristoranti di maggior pregio, ma si pagano altresì in termini di (dis)gusto.
È vero che chi si accontenta gode, ma almeno andateci a pranzo, per usufruire dei menù fissi scontati.
Nagoya ristorante giapponese
via Maffei 16/A - Bergamo
035 211198
Aperto tutti i giorni
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