lunedì 7 ottobre 2013

Un dolce per Romano: vince la semplicità


Chissà che cosa si prova a essere l'inventore del dolce ufficiale della propria città, a superare una trafila di mesi per emergere su altri ottanta concittadini agguerriti, tutti in gara per aggiudicarsi l'onore di regalare a Romano di Lombardia l'invenzione che ne porterà il nome e l'immagine sulle tavole di tutta la provincia di Bergamo.


Bisogna chiederlo a Stefania Bianchini che ieri sera, 6 ottobre 2013, ha trionfato al concorso Un dolce per Romano, bandito dal Comune di Romano di Lombardia quest'estate e che ha addolcito l'atmosfera della città in questi ultimi mesi.

Seduta al bar con la sua fidata amica Francesca Rosati, Stefania Bianchini si è trovata per le mani la cartolina pubblicitaria del concorso e ha deciso di partecipare per gioco, senza pensarci più di tanto, né si sente cambiata adesso dopo la vittoria.

Al telefono ci tiene a sottolineare che il dolce in realtà è stato realizzato a quattro mani e che se lei si è concentrata sull'involucro, l'amica Francesca ha invece creato la farcia, anche se non essendo romanese non ha potuto figurare come partecipante.

Il rito della torta da preparare insieme, mi racconta,  è qualcosa che le unisce da sempre, e stavolta hanno potuto indirizzare la loro inventiva dolciaria verso uno scopo ben preciso, sebbene questo abbia richiesto un lungo e faticoso ferragosto alle prese col forno, per tutte le prove necessarie, un dolce sacrificio fino a trovare l'equilibrio vincente.

Da buongustaie, Stefania e Francesca sono dunque passate dall'altra parte della barricata, nelle vesti di produttrici, grazie a quest'iniziativa rivelatasi efficace e coinvolgente.


Fortemente voluto dall'assessore con delega alle politiche ambientali Eva Pescali, il concorso si basa su un'idea semplice, la cui efficacia è stata già testata negli anni novanta in quel di Treviglio, la cui torta omonima emerse proprio da un concorso pubblico.

L'iniziativa ha fatto gola agli aspiranti pasticceri romanesi che si sono presentati in più di settanta alla prima selezione di un mese fa.

Le torte presentate sono state poi vendute per acquistare - col ricavato - attrezzature sociosanitarie.

Intanto, dalla prima eliminatoria, sono emersi sedici dolci, affidati ad altrettanti ristoratori e pasticceri di Romano, col ruolo di tutor e la missione di apportare la loro professionalità nella realizzazione definitiva dei dolci finalisti.

Ecco quindi le creazioni dei concorrenti, con i relativi coach, fatta eccezione per i due finalisti.


La torta di Rita Colzani, con la supervisione della pasticceria Plebani.


La torta di Sista Airoldi è invece scortata dalla pizzeria Il Gallo.


Sempre Il Gallo fa da accompagnatore a Santina Farina e la sua ciambella.


Mafalda Moioli ha avuto come coach per la sua torta il ristorante Mariet.


Veniamo al dolce di Dario Bettoni sostenuto dalla trattoria Baroni.


Ancora Baroni a coadiuvare Alessandra Roncalli nel suo cake.


La torta di Elena Locatelli ha la supervisione di Golosa Alchimia.


Elena Costa presenta un dolce confezionato col supporto de Il Portichetto.


Roberta Seghezzi realizza una torta con il tutoring di Caffè Rubini.


Anche Anna Maffi si fa affiancare da Caffè Rubini per la sua crostata.


Biscotti da guarnire da Donatella Cucchi, cui fa da coach il ristorante Ravecca.


Giampietro Vattiato propone la sua creazione con il supporto del ristorante La Conchiglia.


Soluzione ardita di Elisa Vavassori e il ristorante Le Cerchie.


Chiude la fila Federica Bergamaschi col suo coach Madai.

I due massimi contendenti - adesso arrivano, non preoccuparti! - sono emersi da una trafila ingegnosamente accattivante: da sedici a otto, da otto a quattro e infine da quattro agli ultimi due, e solo allora la vincitrice - che si autodefinisce inguaribile pessimista - ha creduto di poterla spuntare.

Il campionario di proposte, come si può vedere, andava dalla canonica torta a impasto farinoso a dolci con farciture che spaziavano dalla ricotta alla crema pasticcera, con una significativa presenza di frutti freschi e secchi, fino a proposte più pretenziose, soprattutto nella forma.

Ma a chi è toccato il compito di scremare tra tutto questo ben di Dio le due proposte finali?


Emanuele Biava, produttore di Moscato di Scanzo, affiancato da Giovanni Pina, pasticcere in quel di Trescore Balneario, presieduti nientemeno che da Enrico Cerea, patron del ristorante di famiglia Da Vittorio: praticamente il meglio che la piazza possa offrire in termini di enogastronomia e pasticceria.

E la logica degli esperti giudici emerge subito, durante le successive selezioni: si capisce bene che essi hanno giustamente classificato i dolci in base alle categorie dolci secchi, dolci farciti, dolci creativi, perché alla semifinale ci arrivano un dolce secco, uno leggermente farcito, uno marcatamente cremoso e uno creativo.

Ma come si vince un concorso del genere?

Innanzitutto, rispettando i parametri richiesti sin dal bando: dolce riconoscibile nella forma  e nei sapori, ingredienti di facile reperibilità - non esotici, sic! - ed elaborazione non troppo complessa.


Ed è sicuramente per questo che la creativa ideazione di Laura Rottini - anche lei col sostegno de Le Cerchie - non è andata oltre l'onore della finale, e gli è stato preferito il più canonico dolce di Stefania Bianchini.


Ed ecco qua il trionfatore, che le vincitrici Stefania e Francesca hanno realizzato con il supporto del ristorante Il Capriccio e che d'ora in poi rappresenterà Romano di Lombardia portandone il nome in ogni pasticceria e locale della città.

Il dolce di Stefania Bianchini vince perché ha una forma consueta, è facilmente trasportabile, si può affettare, ha due sole consistenze, ingredienti che più normali non si può, sapori familiari come il caffè, è semplice da realizzare per tutti i romanesi che vorranno emularla, e soprattutto - visto che c'era anche chi ha provato a fare il furbo - è un inno di umiltà e semplicità.


Va da sé che è anche buono, ed è stato spazzolato in men che non si dica mentre la trionfatrice veniva premiata dal sindaco Michele Lamera, con l'auspicio che il dolce faccia anche da volano per la città e possa invogliare chi lo gusterà a visitare e frequentare Romano di Lombardia.

La ricetta intanto è stata congelata, in attesa del deposito in Camera di Commercio, ma pare che siano già in molti ad averla chiesta per realizzarla a casa.

A breve, si terrà una festa per celebrare la vittoria e da lì in poi possiamo solo auspicare per Romano e il suo dolce ogni fortuna.

19 commenti:

  1. Vorrei soltanto dire, signor Cima, che prima di scrivere un articolo, dovrebbe, perlomeno, informarsi, chiedendo delucidazioni alla diretta interessata.
    Essendo la fase finale di un concorso, abbiamo solo pensato di modificare la forma per la presentazione, non certo il contenuto della torta. Pinoli, caffè, cioccolato, farina gialla e bianca, granella di nocciole, uvetta, non mi sembrano né ingredienti esotici né di difficile reperibilità! E sono sempre stati ben chiari e riconoscibili fin dall'inizio!
    Anziché presentare un dolce intero, rotondo, abbiamo pensato di scorporarlo, per rendere più facile l'assaggio ai giudici. In fondo ci era stata data carta bianca dai piani alti,"sbizzarritevi per la fase finale".
    La forma, grande o piccola, è sempre stata rotonda! Quindi "riconoscibile", affettabile, e facilmente replicabile, come citava il bando!
    Buona serata!

    Rottini Laura

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    1. Gentile signora Rottini, oltre a congratularmi con lei per essere giunta in finale, vorrei solo puntualizzare che io non ho mai affermato che nel suo dolce ci fossero ingredienti esotici o di difficile reperibilità, ho soltanto citato il bando del concorso (anche con una certa ironia, perché la precisazione sull'esotico mi ha fatto sorridere molto). Proprio perché c'ero anch'io e sono informato, le faccio notare come lei ricorderà che sia Enrico Cerea che Giovanni Pina hanno spiegato la logica della loro scelta, affermando di aver preferito l'altro dolce perché più trasportabile eccetera. Quindi, se lei ritiene di dover contestare qualcosa, lo faccia ai giudici, dai quali io ho ripreso le parole. Ancora congratulazioni per l'ottimo piazzamento e buon proseguimento.

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  2. Non ho capito cosa significa : "visto che ieri c'era anche chi voleva fare il furbo. " Ma....

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    1. E quindi è inutile che glielo spieghi. Cordialmente...

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    2. Guardi che non sono la sig. Laura Rottini, io....non so nemmeno chi sia. Non capivo in cosa consistesse la "furbata"...boh

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  3. Peccato che non fosse il bando a recare indicazioni di "una forma consueta, è facilmente trasportabile, si può affettare (quale torta non si può affettare?), ha due sole consistenze, ingredienti che più normali non si può, sapori familiari, è semplice da realizzare per tutti i romanesi che vorranno emularla"...queste sono indicazioni date ai giudici domenica.
    Un concorso che si rispetti indica le caratteristiche imprescindibili anche nel bando pubblicato per chi parteciperà; mentre questo indicava solo che il dolce dovesse essere il più possibile originale e contenere ingredienti del territorio, escludendo tutti quegli ingredienti esotici di difficile reperibilità (e questo ha fatto ridere anche me) ;)

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  4. Signor Cima, buongiorno.
    Innanzitutto vorrei precisare, a scanso di equivoci, che il commento sulla furbizia non era mio.
    Cito, non per scatenare flame ma per dovere di cronaca:
    "Ma come si vince un concorso del genere? Innanzitutto, rispettando i parametri richiesti sin dal bando: dolce riconoscibile nella forma e nei sapori, ingredienti di facile reperibilità - non esotici, sic! - ed elaborazione non troppo complessa. Ed è sicuramente PER QUESTO che la creativa ideazione di Laura Rottini non è andata oltre l'onore della finale"
    Il mio dolce era riconoscibile nella forma. Gli ingredienti erano di facile reperibilità, così come l'elaborazione, visto che si può impastare in 15 minuti e sfornare in 40. Semplice torta casalinga. L'unica variazione rispetto alla torta presentata alla prima selezione, il cioccolato, posto sopra anziché all'interno dell'impasto.
    Questo perché? Perché dieci giorni prima dell'evento ci era stato detto, dagli organizzatori, di sbizzarrirci per il giorno della finale.
    Quando si dice "sbizzarritevi" significa dare carta bianca alla creatività, tanto che il mio tutor voleva trasformare la mia semplice torta in una bavarese (aveva chiesto il permesso sempre ai piani alti, che avevano risposto positivamente) elaborandola a più non posso per stupire e divertire il pubblico nel giorno della finale (a questo si riferiva quando diceva "Fare i furbi"?). Meno male mi sono opposta, proprio perché non puntavo alla vittoria.
    Per quanto riguarda il trasporto, forse avrei fatto bene a rivelare questo particolare ai giudici, la mia torta è stata realizzata il giorno prima, ed erroneamente posta in cella frigorifera. Perciò se è arrivata in finale con più di 24 ore di vita, conferma la praticità e garanzia di freschezza.
    Con i “se” o i “ma” non si arriva da nessuna parte, quello che è stato è stato.
    La torta non è piaciuta per il gusto o gli ingredienti? Mi sta bene, ma se l'eliminazione è dovuta alla forma e/o alla presentazione e/o alla trasportabilità (e il suo articolo me l'ha riconfermato), no. Io non volevo neppure presentare la torta scorporata, suddivisa solo per facilitare l'assaggio ai giudici!
    Già domenica il mio tutor mi aveva detto "Siamo stati eliminati perché abbiamo messo il cioccolato sopra, e non nella torta come da ricetta originale. Per la presentazione siamo stati eliminati."
    Quindi, forse, l'errore degli organizzatori in questa faccenda è stato quello di dare "carta bianca". Dicono di sbizzarrirsi e poi chiedono di far rispettare il bando il giorno della finale. Mi pare un controsenso.
    Comunque, sempre citando il bando del concorso, "Il concorso è aperto a tutta la cittadinanza Romanese", eppure il cuore della torta vincitrice, la parte più importante, è stato creato da una signora non residente... così è scritto nel suo articolo. Che cosa sarebbe successo se qualcuno avesse presentato una torta, magari realizzata da un pasticcere milanese, professionista, spacciandola per ricetta originale di un romanese? A mio avviso QUESTO avrebbe potuto far pensare alla "furbizia".
    Io non contesto affatto il giudizio dei giudici, sinceramente ho cose più importanti e serie a cui pensare, ma credo che per far funzionare bene qualsiasi cosa (specialmente in Italia) siano fondamentali la chiarezza, la correttezza e soprattutto il rispetto, sempre!
    Proprio per questo motivo ho scritto all'assessore chiedendo di inserire nella storia della città anche il nome dell'altra signora che ha collaborato alla realizzazione della torta vincitrice.
    "Rendete dunque ciò che è di Cesare a Cesare, e ciò che è di Dio a Dio ".
    Cordiali saluti e buon lavoro!
    Rottini Laura

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    1. Se gliel'ha detto anche il tutor - oltre ad averlo sentito dai giudici stessi un attimo prima della proclamazione - non c'è bisogno che io aggiunga altro. Non c'è concorso che non abbia strascichi come questi e anche peggiori di questi.

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    2. Appoggio in pieno il commento della signora Rottini.
      Nonostante la mia torta fosse presentata in forma canonica, capisco la sua indignazione, visto e considerato che, dai "piani alti", fu data indicazione di libertà per la presentazione del dolce.
      Cara Laura, figurati che ho preparato il guscio del mio dolce il venerdì sera e ho cotto il dolce nel pomeriggio di sabato; come ben sanno "gli addetti ai lavori" le frolle più riposano e più buone sono!
      Volevo poi sottolineare il fatto che il dolce che ho presentato in finale è stato preparato da me, con l'intervento del mio preziosissimo tutor solo per quanto riguarda la parte estetica! Non doveva essere un concorso per i cittadini? Che senso ha avuto allora la preparazione dei dolci in gara da parte dei tutor? Bha!
      La cosa che ha lasciato l'amaro in bocca anche a me è stato proprio il fatto che abbia vinto la torta che rispettava, secondo i giudici, i canoni impostigli dall'amministrazione comunale prima dell'inizio della gara, e non la torta giudicata più buona (a detta dei giudici stessi)! A questo punto bastava allora che i giudici scegliessero la torta vincente con un esame visivo e del taglio, senza assaggiarsele tutte, no?
      Con questo chiudo e comunico di essere comunque contenta e pienamente soddisfatta del risultato raggiunto dalla mia torta, in quanto da me inventata e realizzata, e arrivata sin quasi alla fine, piazzata nelle prime quattro, senza nessun tipo di aiuto!
      Federica Bergamaschi

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  5. La questione fondamentale non è l'ha detto il tutor o non l'ha detto, l'hanno detto i giudici o meno. Il punto è che l'incoerenza e il pressapochismo, degli organizzatori, hanno penalizzato TUTTI quanti i partecipanti.
    Riassumo:
    1) il bando è stato stilato con i piedi

    2) gli organizzatori non dovevano dare carta bianca e poi fare gli gnorri la domenica, influenzando i giudici con il bando originario. O dai carta bianca, o ti attieni fedelmente al bando. Non eravamo e non siamo delle banderuole!

    3) la co-realizzatrice NON è RESIDENTE romanese! Il bando specifica "cittadinanza romanese" (Potrebbe benissimo essere una chef, per quanto ne sappiamo)

    Agli organizzatori consiglio vivamente di essere più chiari, nel caso abbiano in programma altri eventi per la comunità, più coerenti, e soprattutto più rispettosi verso tutti i partecipanti. Le prese in giro non piacciono a nessuno.
    Per quanto riguarda la "furbizia", un'accusa del genere potrebbe essere riferita a chiunque, quindi anche alla sottoscritta. Se lancia un'accusa dovrebbe gentilmente spiegarne pure le motivazioni.
    Ha ragione, signor Cima, quando dice che tutti i concorsi presentano strascichi, allora continuiamo ad andare avanti così... anche nel piccolo rispecchiamo l'attuale situazione italiana.
    Facciano almeno una cosa saggia gli organizzatori, e la ribadisco, inserire il nome della co-ralizzatrice nella storia del dolce.
    Buona serata :)

    Rottini Laura

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    1. Ripeto, Laura, appoggio in pieno quello che stai dicendo.
      Il bando era poco chiaro e, come leggo anche sopra in un altro commento, le "regole del gioco" sono state rese note solo domenica pomeriggio, a conti fatti e torte sul banco...e questo l'ho trovato anche io molto poco rispettoso nei confronti di noi partecipanti e di tutta la comunità romanese; ma, mi chiedo ora, se i requisiti erano quelli ormai detti e ridetti, perché tra i sedici finalisti sono arrivati dolci spiccatamente cremosi e quindi destinati ad una brevissima durata?!?
      F.B.

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  6. Buon giorno... Infatti.... il commento sulla furbizia era mio...l'unico Vero Anonimo.....volevo semplicemente capire in cosa consistesse 'sta furbata....mi ero immaginata chissà quale intrigo nascosto....roba di raccomandazioni o cose simili......invece era solo l'aver presentato tante tortine al posto di una torta intera? Capirai!!! A di là della futilità del problema in sè....penso che per i partecipanti si sia trattato più che altro di un di un gioco come per la stessa Sig. Rottini....per me ha ragione lei, la signora Laura Rottini! Vedersi tacciate da "furbe" in un articolo su un blog pubblico che verrà letto da molti romanesi e non solo, scoccerebbe a chiunque, penso. Perchè si capisce benissimo che il commento è riferito a lei e chi legge potrebbe essere indotto a chissà quale sbagliata supposizione come è successo a me. Non conosco, come già detto la Sig. Laura Rottini e per la prima volta sento nominare il Sig. Cima e il suo blog, nonostante mi diletti volentieri in cucina e , naturalmnte, non ho nemmeno partecipato al concorso. Non sono perciò di parte, in alcun modo, ho solo espresso un mio parere dopo che ho letto l'articolo e ho rimarcato quella frase, per me, assolutamnte fuori posto.

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    1. Gentile Signora, anche se non ci conosciamo la ringrazio infinitamente per il suo commento. Esistono ancora persone rare, come lei, che non si lasciano influenzare.
      Sinceramente non avevo pensato ad un attacco diretto nei miei confronti... Ecco che significa non essere sospettosi e credere ancora nella buona fede delle persone.
      In ogni caso quel commento mi è da subito sembrato una calunnia bella e buona, ergo, un reato perseguibile!
      Come avevo già illustrato nei commenti precedenti, il bando non vietava la presentazione di dolci scorporati, quindi la mia presentazione era legittima.
      Gli organizzatori inoltre ci avevano dato carta bianca, per divertirci e divertire, ci avevano richiesto di stupire il pubblico.
      Il problema è stato creato esclusivamente da loro. Dopo aver messo in Rete un bando fatto con i piedi, scarno, dieci giorni prima della gara ci avevano dato carta bianca: "fate quello che volete"; e domenica sono tornati al primo bando, correggendolo però, ed inserendo nuove clausole il giorno della finale. I giudici hanno ricevuto quest'ultimo bando, il giorno della finale!
      Ho diviso la torta, e il bando lo permetteva; ho messo il cioccolato sopra esclusivamente per la presentazione, seguendo la "carta bianca" degli organizzatori; e se lei è amante dei dolci saprà che una torta Sacher, dolce che rappresenta l'Austria, è interamente glassata con cioccolato, trasportabilissima ovunque... che strano, nel 1832 non avevano problemi di trasporto, a Romano, nel 2013, sì!
      Mi permetta anche di aggiungere che il bando originale non prevedeva la partecipazione di concorrenti non romanesi, ma la farcitura del dolce è stata realizzata da una signora non residente. Nell'articolo si dice proprio che è stato realizzato a 4 MANI. Eppure il dolce non è stato squalificato.
      Chi ha fatto allora la, mi consenta di utilizzare lo stesso vocabolo che ha generato questa lunga diatriba, "furbata"? Ma non voglio gettare altre ombre su quello che ormai considero un concorso pagliacciata. Un appuntamento carino e divertente che si è trasformato in un evento ansiogeno e assai poco chiaro/corretto. Per non parlare delle invidie... mentre portavo sul banco la mia torta, ho sentito dire da un'altra concorrente: "Ma vuoi mettere la mia caprese con quei ridicoli cosi!".
      Questa infelice uscita mi ha confermato una cosa, che la maggior parte dei concorrenti non ha partecipato per ravvivare una città dormiente, ma per incassare i buoni spesa e per la gloria.
      Dante diceva: "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa..."
      Grazie ancora e buona giornata :)

      Rottini Laura

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  7. Io, Sig. Laura Rottini, da lettrice dell' articolo, ho proprio interpretato che l'accusa di "furbizia" fosse riferita a lei...non ad altri...altrochè. Poi, come già detto, non sapevo cosa immaginare, visto che la forma in "tortine" non mi sembrava un motivo. Quanto ho scritto ieri alle ore 10.09 si riferiva puramente all'articolo sul blog ma comunque vedo dalle sue argomentazione che lei ha perfettamente ragione su tutti i fronti. La serietà non deve mancare mai, nemmeno in queste cose di marginale importanza. Una curiosità: il Sig. Sergio Cima cos'è? Non l'ho capito....un giornalista che si occupa di cibo?

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    1. Gentilissima signora, la ringrazio nuovamente. Non visualizzo il mio commento precedente ma non posso che concordare con lei, la serietà non deve mancare mai :-)
      Purtroppo non so chi sia il signor Cima. Se un appassionato di cucina o un esperto. Se un appassionato di scrittura o giornalista. Cura tre blog in Rete, ma non so dirle altro.
      Le auguro buone cose e una buona serata ^__^
      R.L.

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  8. Ciao Federica!!!
    Pensa che per il primo turno avevo cotto la mia torta il venerdì, perché impegnata il sabato. Ero preoccupata, temevo non avrebbe retto, soprattutto la fragranza. Invece passò l'esame. Era rotonda, esteticamente non un granché, insomma, semplicissima con qualche pinolo e gocce di cioccolato sulla glassa al caffè. Hai presente quella che sta sopra i bignè? Lo zucchero secco praticamente. Difatti la ricetta originale presenta quella glassa sopra e gocce di cioccolato (fondenti o al latte a seconda dei gusti) all'interno, già nell'impasto, quelle che trovi al reparto dolci del Bennet, della Pane Angeli (scusate la pubblicità).
    Dopo vari incontri e dopo il "fate quello che volete, ma stupite", il mio tutor mi propose di cambiare tutto quanto, per giocare, per divertire. Persino la notte sognavo la torta, la mia, quella bruttina, che riuscivo a preparare anche in 15 minuti, ma che piaceva alla mia famiglia e ai miei amici. Quella che ho tra i ricordi fotografici di Facebook, che mi diceva "Non cambiarmi"; ahaha lo so è da sciocchi, ma avevo preso sul serio il concorso, pensando proprio alla nostra città.
    Così chiamai il tutor e gli dissi "Se devo "morire", preferisco farlo con il mio dolce originale, perché solo quello lo sento come mio, non avrebbe più alcun senso se lo modificassi".
    Siamo arrivati a un compromesso, cioccolato esterno solo per la presentazione, con le note per ricordare Rubini (amiche cantanti liriche di Roma mi hanno ringraziato per questa scelta, perché è l'anno commemorativo di Verdi, e domenica ai bambini sono piaciute tantissimo). Quindi ho usato la glassa come colla per i dischetti di cioccolato. Ma ti garantisco che anche la mia torta non presenta alcuna crema interna, anche perché a me non piacciono molto le creme.
    Scorporato perché? Perché il giovedì prima della finale era arrivato il secondo dei tanti cambiamenti: "Dovete portare piattini e posate perché affetterete davanti ai giudici". Allora abbiamo pensato, visto che il bando non lo vietava, di portare tante piccole porzioni quante ne permetteva la ricetta, per evitare disastri. Non sapendo quanto spazio avremmo avuto a disposizione.
    Io puntavo ad arrivare tra i primi 8, perché temevo che la mia torta fosse stata scelta per errore. I miei amici volevano la ricetta, quindi pensavo "Se vinco ok, altrimenti ci divertiremo in privato a cucinarla, resterà solo mia". Difatti il nome della torta è Giovanna. Dedicata alla mia defunta mamma.
    Sono contentissima di aver creato il MIO dolce, di essere arrivata al secondo posto, però quando ho letto l'articolo e scoperto tante altre cose, mi sono alterata e amareggiata.
    Come hai detto tu, perché sono arrivate tante torte cremose? Perché al primo turno molte torte non sono state nemmeno assaggiate? Perché il bando è stato modificato all'ultimo momento? E in alcuni punti non rispettato (vedi questione residenza)? Perché non far creare direttamente ai tutor nuovi dolci e chiedere a tutta la cittadinanza di assaggiare e giudicare le loro torte?
    Comunque sia, io mi sono divertita tanto, ho "giocato" per qualche tempo a Masterchef ahaha e ho conosciuto tante persone interessanti :D
    Un abbraccio... e spero di assaggiare la tua torta ;)
    R.L.

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  9. ciao a tutti...pure a quei tutor che sicuramente involontariamente non sono stati capaci di far arrivare il senso del concorso...il regolamento , discusso in almeno 3 riunioni in comune...essendo del settore e ben spiegato dalle alte sfere..il dolce di romano è ovio che debba essere un dolce cotto per durare ed arrivare ad un punto di maturazione ottimale al 3 giorno dalla preparazione!!!mi chiedo perché alcuni tutor abbiano scelto torte con creme crude o meringhe scottate o semplicemente frutta fresca!!!noi come tutor dobbiamo sapere bene come è composto un concorso!!! le famose tre fasi...presentazione...originalità...praticità...ogni fase si divide in altre tre...tutor furbetti, accompagnati magari da pasticceri...il nome tutor rappresenta un locale non un nome con cognome , di conseguenze nello staff del locale esiste un pasticcere(fortunato lui)...fatta a quattro mani è solo un appiglio poco galante...non era vietato dal regolamento consultarci con altre persone(dirimpettaia di negozio in romano)...scusatemi di nuovo...ma ...originale non vuol dire vado al borgo ad acquistare chicche che abbelliscono la mia torta...le cialde te le fai te a casa poi il pentagramma me lo fai vedere come ti esce ? o i mikado? lo spaziare in finale è gia da luglio che si discuteva e ci si trovava d'accordo ...non ci è stato per niente comunicato 10 giorni prima...10 giorno prima ci è stato comunicato dei piatti con posate (benissimo , ci mettiamo l'impiatto ed entriamo noi tutor in merito...nel tuo caso non lo è stato???)....leggo solo lamentele frignose dimenticandoci che i giudici in base alla loro esperienze indiscutibile,in tema di dolci che rappresentano romano ne capiscono più di noi...forse!!! un po' di cellulite a tutte e buona notte!!!

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  10. Anonimo, buonasera. Parto prima di tutto dall'abbellimento, visto che è stato fatto un riferimento preciso alla mia torta.
    Evidentemente non ha colto un particolare, i mikado abbellivano solo il piatto, come la chiave di violino e la rosa. O pensava che anche la rosa si potesse mangiare?
    Cmq, se lei è il tutor di un locale, sa che le note del pentagramma sono fogli serigrafati. Le spiego anche come si fanno ad incollare le note sul cioccolato e dove reperirle.
    Per attaccare le note al cioccolato basta sciogliere quest'ultimo in un pentolino (penso che lei abbia fatto almeno una volta nella vita una torta simile alla Sacher, se no, le potrei passare anche la mia torta della strega, su cui ho inserito, a mano, ragni di cioccolato e una ragnatela). Mai sentito parlare di cake design?
    I fogli serigrafati li può reperire in rete, o nella zona cake design della Fiera dell'artigiano di Milano.
    Ripeto nuovamente che le note erano SOLO per la presentazione finale, ripeto che gli assessori ci avevano dato carta bianca per stupire... forse ancora il concetto non è chiaro.
    Per quanto riguarda i Mikado, non erano da mangiare, erano DECORAZIONI :) Ma le posso spiegare anche come farli. Ha presente quei grissini sottili? Faccia di nuovo sciogliere il cioccolato nel pentolino e poi li immerga, mettendoli poi a temperatura ambiente e quindi nel frigorifero.
    Le posso pure spiegare come ho realizzato la chiave di violino, sempre di abbellimento... zucchero a velo, colorante alimentare verde e acqua.
    Il bando forse vietava decorazioni? Diamine, hanno dato carta bianca per stupire! Gettano il sasso e poi ritirano la mano?
    Ho segnalato le gocce di cioccolato perché già pronte e più pratiche per tutte le massaie romanesi, ma nella mia torta ci vanno scaglie di cioccolato. Prenda il cioccolato fondente o al latte e lo tagli a piccoli dadini, ecco le gocce!
    Per quanto riguarda gli avvisi, c'ero anch'io quando chiamò l'assessore al locale, giovedì 26 settembre, ci disse di sbizzarrirci.
    Abbiamo chiesto in maniera esplicita se potevamo addirittura stravolgere il dolce. Risposta? Sì.
    Per quanto riguarda le forchettine, altra telefonata... sabato, il giorno prima della finale!
    Il bando non vieta la collaborazione, non vieta un dolce realizzato a quattro mani (come non vieta le decorazioni) ma dice "concorso aperto alla cittadinanza romanese". Nell'articolo è scritto a chiare lettere che la co-realizzatrice non è romanese.
    Probabilmente voi vi sarete consultati, ma se così fosse, perché domenica sono uscite nuove clausole che il bando NON conteneva?
    Se lei è il tutor della vincitrice, forse non ha letto bene ciò che ho scritto anche nel gruppo di Romano. Sono contentissima che abbia vinto la signora, ho persino chiesto all'assessore di aggiungere il nome della co-realizzatrice nella storia del dolce.
    Lei ha per caso letto da qualche parte, vogliamo la squalifica del dolce vincitore? NO!
    Ha letto, contestiamo il giudizio dei giudici? NO!
    Perché lo scopo della discussione era ben altro, segnalare le mancanze del bando e dell'organizzazione!
    E se permette a me essere tacciata come "furba" e calunniata su un blog che può essere letto a livello mondiale, non sta bene per niente. E' stata messa in discussione la mia credibilità e la mia reputazione!
    Un giornalista, o un blogger, dovrebbe riportare notizie, non trinciare giudizi su persone che nemmeno conosce!
    Detto questo, buonasera :)

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  11. chissà come mai non si accettano mai le sconfitte

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