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sabato 18 aprile 2015

Al Bianchi: alla ricerca del tempo perduto e ritrovato


Quando si svolta per via Gasparo da Salò a Brescia, costeggiando il Museo Diocesano, la paura di non trovare posto ti morde alle caviglie.

Oggi è sabato e sgusciare dal mercato per infilarsi in queste viuzze ha un senso particolare: al sabato mattina, Al Bianchi, c'è il bertagnì come aperitivo, magari con il pirlo o con quello che ti pare.


E fosse solo quello: a ogni angolo, vassoi di pane e salumi affollano i piccoli spazi della stradina e della prima saletta allungata, lungo il bancone del bar che lavora senza la benché minima sosta, e una moltitudine di avventori, ai limiti della ressa, rende omaggio a questa che ormai è un'istituzione, più che un'osteria: Al Bianchi, dal 1881.

Franco Masserdotti e la sua famiglia ce l'hanno dal 1976 e ora sono alla terza generazione, ma già dal XIX secolo, nel passare di proprietà, nessuno si è più neanche lontanamente sognato di cambiargli il nome, anzi, il cognome, e con esso si è conservato - in modo più unico che raro - il vero spirito dell'osteria.

Seduto a far compagnia ad altri due clienti accanto, con naturalezza allarga la chiacchierata fino a noi e il dialogo si fa facile, divertito, vicendevole, con scambi di esperienze - mi consiglia addirittura un paio di pizzerie in zona, anche se lui, da frequentatore del Sud, sa bene che le tipicità si assaggiano nei luoghi d'origine - e i suoi stessi modi affabili, accoglienti, schietti, si riverberano in tutto il personale, così ogni informazione, ordinazione, scambio con i camerieri contribuisce a creare un sentimento, più che un'atmosfera, fortemente condito di verità.

giovedì 24 maggio 2012

Cibo e rivoluzione: la giornata di Slow Food

L'immagine simbolo di questo secondo Slow Food Day è il volto di Ernesto "Che" Guevara - a sua volta simbolo di tutte le rivoluzioni - realizzato in perfetto stile Arcimboldo, con frutta e ortaggi al posto dei connotati.

Il 26 maggio saranno ben trecento le piazze italiane nelle quali si celebrerà questo evento, all'insegna della difesa della sostenibilità alimentare, in un mondo in cui cambiamenti climatici e grandi - troppo grandi - distribuzioni soffocano il pianeta, le colture, i lavoratori e i consumatori.

Non a caso, durante la festa, sarà distribuita la guida per un miglior rapporto tra cibo e clima intitolata Fulmini e polpette.

Se Torino, Firenze e Roma sono al centro dell'attenzione, come le capitali storiche d'Italia, nelle altre 297 piazze non si festeggia meno.

Per chi bazzica tra Bergamo e Brescia, è possibile recarsi a San Pellegrino (BG), ai portici del Colleoni per la prima kermesse dello stracchino all'antica delle valli orobiche, che ho appena finito d'assaggiare Al GiGianca, oppure a Brescia, in corso Zanardelli, per discutere e riflettere di green economy e altri temi che coniugano cibo e ambiente.

Non credo che Slow Food abbia bisogno di presentazioni, ma se è il caso, guarda pure questo video e cambia il tuo approccio al cibo per cambiare il tuo rapporto con il mondo.