L'offerta di Villa Manzoni a Cologno al Serio era anche altisonante: cena di pesce a 39 € in due, invece che a 143 €, e quando ti trovi numeri simili non sai se la stiano sparando grossa o facciano sul serio.
L'unica cosa che mi confortava era la corrispondenza tra il menù proposto e quello alla carta del ristorante: a differenza dell'altra volta, qui servivano gli stessi piatti sia ai clienti occasionali che a quelli arrivati tramite il famoso social medium.
L'altro dato che pendeva a favore era che Villa Manzoni è in rilancio, rilevata da nuova gestione, in questo momento - a meno che chi la guida non sia un pazzo - ha bisogno di fare bella figura.
Entrando, ho scoperto che le redini le ha in mano il patron della trattoria Il Battello di Verdello che per anni è stata la mia stazione di posta durante le pause pranzo, e che ho sempre trovato confortevole sia per la cucina che per l'estrema gentilezza del personale.
Di buon umore, dunque, mi sono seduto con l'accoglienza già servita a tavola: tra assaggi di bruschette, verdure e grana e ricotta al cacao amaro, il calice di prosecco di benvenuto aveva la sua ragion d'essere.
Nel frattempo, era arrivato anche il prosecco Ca' Salina ed eravamo pronti ad accogliere l'antipasto di gamberoni.
Invece, sul tavolo ci arriva un interessante sformato al formaggio con salsa di limone, profumato prima che saporito, che abbiamo gustato apprezzando lo spessore di questo spuntino di benvenuto.
Quando questo spessore è aumentato al sopraggiungere dei nidi di pasta phillo al tartufo e fonduta, pur rendendo onore al piatto ci siamo chiesti come mai ci stessero riservando una tale accoglienza.
Massimo stupore quando un cameriere ci annuncia l'imminente arrivo del risotto, e siamo sull'orlo dell'incidente diplomatico.
Scopriamo poi di essere stati scambiati per clienti dell'albergo - perché Villa Manzoni è anche hotel - e che ci stavano tranquillamente portando il menù della pensione completa.
Un disponibilissimo cameriere si prende cura di dirottarci di nuovo sul menù di pesce, garantendoci l'arrivo dei gamberoni come terzo secondo.
Ripartiamo dal risotto, semplicemente buonissimo, laddove non è tanto il superlativo buonissimo a contare, bensì l'avverbio semplicemente: difatti, si sentono in modo distinto i semplici elementi del piatto, il carnaroli, la cipolla, il brut Franciacorta e la buccia di limone.
È evidente che già a questo punto i 39 € sono stati ripagati, ma siamo solo all'inizio.
A seguire ci arriva il top della serata: paccheri di Gragnano con zucchine liguri e vongole che detta così non rende l'idea.
Il pomodorino, infatti, ha una dolcezza che si appoggia bene alla lieve acidità delle zucchine, col sostegno dello sprint piccante del peperoncino.
L'unico pelo, ad andarlo a cercare, sono i trenta secondi in più di cottura cui hanno sottoposto i paccheri, ma glieli condoniamo volentieri.
Diciamo che da qui in poi abbiamo mangiato per capire dove volessero arrivare e non più per fame.
Il filetto di branzino ai sapori del Mediterraneo lo considero un'incidente dal sapore pressoché nullo e dallo spiacevole inconveniente del porro troppo essiccato dal passaggio in forno, a dargli l'effetto buccia di cipolla.
Un piede in fallo, in un posto che brulicava di clienti e camerieri affannati, ce lo si poteva aspettare.
Per fortuna siamo passati dalle stalle alle stelle con i moscardini con polenta, un'accoppiata meravigliosa da replicare tranquillamente anche a casa, talmente buona nonostante la polenta fosse precotta.
Il sugo era tirato come solo certe mani meridionali sanno fare, e la polenta è naturalmente attratta da siffatti intingoli: squisito.
Ed eccoli, i quasi desaparecidos gamberoni che nella carta erano definiti lardellati, il che faceva pensare che fossero avvolti nel lardo, invece sono semplicemente grigliati e cosparsi di pancetta abbrustolita.
Gamberi carnosi e onesti che anche in chiusura fanno il loro dovere.
Come dolce si prevede un semifreddo e una torta della casa, che aspetto in religioso silenzio.
All'arrivo, la fetta di semifreddo si appoggia a un quadrotto di impasto cioccolatoso, somigliante a una caprese.
Nel semifreddo si vedono in modo netto foglie arrotolate di menta, ma soprattutto si sentono al palato, moltiplicando a dismisura il fresco piacere della panna punteggiata di cioccolato.
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Caffè e limoncello compresi hanno messo il punto alla serata.
Villa Manzoni ha in serbo per tutta l'estate un fuoco di fila di menù per tutte le tasche, dai 20 ai 50 €, con serate speciali a base di fiorentine e Chianti o di catalane di crostacei, di cui trovate l'elenco completo in questa pagina del sito.
E io come Manzoni dico ai miei venticinque lettori questa mangiata s'ha da fare.
Hotel e Ristorante Villa Manzoni
Piazza Garibaldi 2
24055 Cologno al Serio (BG)
tel. 035 4183152
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