Sono passati settantasette anni da quando il barone Pierre Le Roy e gli altri viticoltori di Châteauneuf du Pape e dintorni presero la felice decisione di creare una bottiglia unica per il loro vino.
Legato sin dal XIV secolo al volere e ai capricci dei papi della cattività avignonese, il vino che ne prende il nome - e la solennità - da allora è armato di tiara papale e chiavi di San Pietro, come a significare che ha il potere di aprirti le porte del Paradiso.
E ieri sera, al b3 di Daniele Cumini, di bottiglie armate e di porte paradisiache se ne sono aperte, con gli Châteauneuf du Pape dell'attenta selezione targata Top-Wine.
Annunciato già da una ventina di giorni, l'evento è nato proprio da una scintilla di puro gusto, quella che lo chef Daniele ha visto accendersi dopo aver provato i vini del Domaine De Cristia che, insieme a un'altra importante parcella della zona, agli Champagne Billiot e al Sauternes Rieussec, hanno fatto da trampolino per la sua creatività.
Un territorio poliedrico, quello degli Châteauneuf du Pape, che vede avvicendarsi sabbia rossa, ciottoli, calcare e piccoli rilievi, nei quali le uve, soprattutto la Grenache, sono in grado di sviluppare caratteristiche che, miscelate con competenza, producono vini dal frutto inconfondibile, intensi ma eleganti, e soprattutto capaci di performance d'invecchiamento quasi inverosimili.
Una finissima cena che nel cuore si rivela anche un'istruttiva esperienza degustativa, nell'incontro dei piatti pensati da Daniele Cumini e dei vini abbinati da Alfredo Leoni.
Visualizzazione post con etichetta Marco Bernini. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Marco Bernini. Mostra tutti i post
domenica 30 novembre 2014
sabato 1 novembre 2014
Gourmet in trasferta: mirabilie dell'Oltrepò Pavese
Doveva essere una semplice gita fuori porta per visitare un territorio, e invece si è trasformata in un incredibile viaggio alla scoperta di una terra feconda di idee, abitata da uomini generosamente impegnati e felicemente coraggiosi.
Poteva essere una banale capatina a mordere e fuggire qualche specialità tipica - qualsiasi cosa voglia dire - e invece, grazie alla guida sicura di Alfredo Leoni di Top-Wine - col quale ormai stringerò una joint venture! - , è diventata una strabiliante festa di ingredienti e prodotti, generati dal più felice dei matrimoni, quello tra la ricchezza della terra e la sapienza di chi sa ascoltarla e assecondarla.
Potrebbe restare una cartolina, solo da incorniciare ormai, seppur meravigliosa, e invece il piccolo ma profondissimo viaggio nell'Oltrepò Pavese merita un seguito, anzi, lo richiede come un obbligo morale, per chiunque voglia poter affermare di conoscere qual è la vera natura di un territorio, di una regione, addirittura di un intero paese.
Perché quello che contadini, allevatori, artigiani e geniali produttori di bontà riescono a fare in quel cuneo tra le province di Pavia, Alessandria e Piacenza, e quindi tra Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, è una lezione viva all'intera Italia di ciò che tutti i contadini, gli allevatori, gli artigiani e i produttori dovrebbero fare del nostro paese, dando un calcio definitivo ad altri destini industriali.
Tra frutta e ortaggi, api e armenti, latte e vigne, ce n'è ben più che abbastanza per creare un campionario inimitabile che il resto del mondo al massimo potrà assaggiare e acquistare, ma mai eguagliare.
Poteva essere una banale capatina a mordere e fuggire qualche specialità tipica - qualsiasi cosa voglia dire - e invece, grazie alla guida sicura di Alfredo Leoni di Top-Wine - col quale ormai stringerò una joint venture! - , è diventata una strabiliante festa di ingredienti e prodotti, generati dal più felice dei matrimoni, quello tra la ricchezza della terra e la sapienza di chi sa ascoltarla e assecondarla.
Potrebbe restare una cartolina, solo da incorniciare ormai, seppur meravigliosa, e invece il piccolo ma profondissimo viaggio nell'Oltrepò Pavese merita un seguito, anzi, lo richiede come un obbligo morale, per chiunque voglia poter affermare di conoscere qual è la vera natura di un territorio, di una regione, addirittura di un intero paese.
Perché quello che contadini, allevatori, artigiani e geniali produttori di bontà riescono a fare in quel cuneo tra le province di Pavia, Alessandria e Piacenza, e quindi tra Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, è una lezione viva all'intera Italia di ciò che tutti i contadini, gli allevatori, gli artigiani e i produttori dovrebbero fare del nostro paese, dando un calcio definitivo ad altri destini industriali.
Tra frutta e ortaggi, api e armenti, latte e vigne, ce n'è ben più che abbastanza per creare un campionario inimitabile che il resto del mondo al massimo potrà assaggiare e acquistare, ma mai eguagliare.
Etichette:
Alfredo Leoni,
Casteggio di Mombrione,
Eugenio Barbieri,
Luca Bonizzoni,
Marco Bernini,
Nuova Cascina Lombarda Colturano,
Oltrepò Pavese,
Philipponnat,
Pozzol Groppo,
Rairon,
Stefano Milanesi,
Top-Wine
Iscriviti a:
Post (Atom)