In quel triangolino incantevole di largo IV Marzo a Torino c'è un'osteria, anzi, una piola la cui fama è inversamente proporzionale alle sue ridottissime dimensioni.
Siamo da Cianci, là dove Torino si fa più antica e le grandi scenografie risorgimentali lasciano il posto ai mattoni del medioevo, nel bel mezzo del tracciato romano.
Siamo nella definizione vivente della parola piemontese piola, l'osteria dove si esce più pesanti di quando ci si entra, visto che si mette su tanto cibo e si lasciano giù pochissimi soldin.
Dire che sia affollato non rende l'idea, e ad alcuni tavoli, sia all'interno che nell'improvvisato dehors stradale, ci si sgomita non di rado.
In compenso, ti servono con solerzia, senza mai valicare il confine tra la rapidità e il metterti fretta.
Le lavagne sul muro annunciano i piatti del giorno, che ruotano sempre attorno a pochi ma garantiti capisaldi di cucina popolare e tradizionale, e soprattutto non sforano nel prezzo, dai 4 ai 6 € a piatto, secondo la portata.
L'antipasto misto è una piccola passeggiata nella tradizione, tra il verde che ammanta tomini e acciughe, la carne battuta e il vitello tonnato, con altre delizie che variano di giorno in giorno.
Diversi sughi possono condire le chicche o meglio ancora i tajarin, in questo caso arricchiti di salsiccia, carciofi, peperoni e soprattutto ciapinabò, ovvero il topinambur, la cui delicatezza lo fece passare in secondo piano rispetto alla patata, ma che in Piemonte non è mai stato abbandonato, anzi, è protagonista di una sagra tutta sua a Carignano.
Tutta sostanza, i secondi, come testimonia questa lonza di maiale alla senape, molto più delicata di quanto possa sembrare.
Stesso dicasi per questo brasato al Barbera - anzi, alla Barbera - che quanto a generosità non vuole sfigurare, col suo bel corredo di purè.
E a proposito di Barbera, la si può anche bere o optare per Nebbiolo o Dolcetto, sfusi, di buona beva, poi per chi lo vuole ci sono anche le etichette, ma lì si esula dal concetto di piola.
Tra i dessert pochi colpi sicuri, come il tiramisù o la ricotta con uvetta, nocciole e cioccolato, che insieme a panne cotte e bavaresi completano l'assortimento, anche se ieri - ebbene sì, c'eravamo venuti anche ieri! - era possibile gustare anche uno dei must della pasticceria piemontese, il bonet.
Insomma, la formula della piola rende questo locale immortale, e quanto mai consono ai mala tempora che currunt.
Rassicurante per chi ci vive, appagante per chi ci passa, confortevole per chi ci torna, da Cianci la sorpresa è che non ci sono sorprese, solo certezze.
Cianci, piola caffè
via IV Marzo 9/b
10122 Torino
tel. 011 19879451
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