mercoledì 22 febbraio 2012

Tutti pazzi per la pizza: al Galletto d'oro 2!

Mentre nella patria della pizza dilagano la tendenza modaiola de La notizia e quella dell'uomo solo al comando di Gino Sorbillo, a 800 km di distanza c'è qualcuno che sforna ogni giorno capolavori degni di figurare sotto il Vesuvio, con grande gaudio dei napoletani al nord come me.

Luigi Iorio Esposito, dopo aver aperto nel 1988 Il galletto d'oro a Mozzo, ha replicato due anni fa a Martinengo con Il galletto d'oro 2, e l'autoclonazione è riuscita perfettamente.

Questo maestro indiscusso della pizza, dall'aria un po' burbera - la prima volta che ci andai, venne a toglierci la bottiglia d'olio dal tavolo sentenziando sulla mia pizza l'olio non ci va, se no si fa troppo grassa e poi dite che è pesante! - ha collezionato premi prestigiosissimi con un prodotto che risponde perfettamente ai canoni classici della vera pizza napoletana.

Senza alcun timore per le contaminazioni, ha portato a trionfi altissimi la pizza bergamasca, con polenta, taleggio e cotechino, tanto per dirne una!

Veniamo ai fatti, altrimenti non ci capiamo.


La Studio Zeta - omaggio all'Angelotto, il mito degli amanti del liscio non solo della bergamasca ma di tutta la Lombardia - ha i funghi porcini e i pomodorini, oltre a un generoso strato di mozzarella e scamorza, ma vorrei porre l'attenzione sulla forma della pizza - diametro non spropositato e differenza evidente tra cornicione e sfoglia centrale - e sul colore che ne testimonia il perfetto grado di cottura.


Qui si aprono questioni basilari: in tutti questi anni ho potuto constatare che la vera pizza napoletana - come questa, per intenderci - non piace a molti bergamaschi proprio perché alta e "panosa", come la definisce la mia compagna orobica.


Lei che ha preso una Leonardo-Luigi con patate e carciofi - il cameriere non mi ha saputo svelare l'etimologia e al grande capo non potevo chiederlo perché ieri sera c'era Napoli-Chelsea ed erano tutti impegnati nell'ufficio - intende dire che l'alveolatura presenta buchi ampi come quelli del pane, nella parte del cornicione.

A molti autoctoni invece piace la pizza sottile e biscottata come un'ostia - parola molto (ab)usata qui al nord con finalità apotropaiche! - che sembra stesa con un caterpillar.

Ma come avviene il miracolo?

Poiché tutti insistono sull'importanza delle materie prime - solo farina Molino Pasini per il nostro maestro - e della capacità di impastare e far lievitare nel modo giusto, io invece voglio sottolineare l'altra metà della storia: la cottura.

Non si ottiene un simile capolavoro senza un forno gestito bene - oltre i 400 gradi - e senza un fornaio che sa ruotare i dischi di pasta e sollevarli verso le lingue di fuoco, se è il caso, finché l'esterno non brunisce al punto giusto.



La cottura è giusta se il fondo della pizza resiste al peso degli ingredienti: quando tagli il triangolo per portarlo alla bocca, non deve cedere verso il basso.

Croccante fuori e morbida dentro: una banalità dirlo, una rarità verificarlo, non solo al nord ma anche - ahimè - in molte pizzerie partenopee.

La pizza di Luigi Iorio Esposito costa in media 9 € e non sto neanche a perdere tempo per dire che qualità e prezzo sono assolutamente equilibrati.

Il galletto d'oro 2 è stato aperto con la precisa intenzione di offrire ai bergamaschi non solo la pizza ma anche la cucina di Napoli, per cui chi vuole può spaziare, dai piatti di pesce alla pasticceria tipica meridionale (ottime le cassatine!).


Per accompagnare bene il capolavoro, il locale offre una lista delle birre di livello, dalla quale ho estratto una Trois Monts ma giuro che non c'era alcun riferimento all'ex ministro tanto amato dalla Lega!

Galletto d'oro 2
via Trieste 33
24057 Martinengo (BG)
0363 988617
Chiuso Lun

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