In una sua famosa e riuscita
greguerìa,
Ramòn Gòmez de la Serna afferma che
il tram approfitta delle curve per piangere.
L'immagine è potente, e personifica nel mezzo di trasporto
vecchio per antonomasia movenze e atteggiamenti del cuore immalinconito e calante.
Non nascondo che il valore evocativo del
tram, del termine stesso, ha un effetto trascinante per me, e mi riporta a quando nella via di casa ancora pendevano i vecchi fili che permettevano al cavallo sulle rotaie di fare tragitti lunghissimi e che oggi riterrei impossibili da compiere.
Questa associazione immediata tra
il tram e il passato, cristallizzato e museale, indubbiamente condiziona la mia capacità di immaginare un tram contemporaneo, che non strida con il mondo attuale, e che quindi non pianga curvando.
Anche da
Bergamo il tram partiva e arrivato a
Trescore - me lo immagino ansante e sbuffante - proseguiva per l'ultimo straziante sforzo fino a
Sarnico, dove la stazione di capolinea lo accoglieva a riposo, prima di rifare a ritroso tutta la strada per il capoluogo orobico.
Nel
1951 la stazione fu dotata di un punto di ristoro le cui redini passarono nelle mani della famiglia
Plebani, la stessa che dopo circa vent'anni fondò l'azienda vitivinicola
Il Calepino, proprio sulla stessa salita che il tram guadagnava per risalire dal
Sebino e ritornare nella bergamasca.
Nacque così il
ristorante Al Tram, che ancora oggi domina il lungo lago di
Sarnico, dopo sessantasette anni cominciati quando già il tram - quello per trasportare - sembrava destinato a tramontare, e la modernità si faceva largo a tutto spiano.
Ai sessantasette anni di cucina vanno affiancati ovviamente i quarantasei di vinificazione de
Il Calepino, e le due realtà ancora oggi resistono a ridosso del
Sebino, in un mondo che ormai modifica i binari prima ancora di finire di tracciarli.
Il locale stesso - che è già stato riconosciuto come
storico dalla regione quasi dieci anni fa - è in ristrutturazione, e dal cantiere si capisce che si tratta di un restauro impegnativo nel quale la famiglia
Plebani ha profuso grandi energie, affinché il ristorante possa continuare a recitare un ruolo trainante - è il caso di dirlo - pur conservando la memoria di sé stesso, senza limitarsi a vivacchiarci sopra.
Una sfida non facile, perché vi è in gioco l'identità stessa del
Tram di fronte al bivio che da una parte conduce a un'obsolescenza inadeguata ai tempi e dall'altra a una decisa marcia verso un domani vincente.
Nel frattempo, con un agosto 2018 partito con grande cattiveria, la sponda di
Sarnico risulta afosa e umida, mentre quella ventilata di
Paratico di fronte sembra quasi farle
marameo per dispetto.