domenica 29 aprile 2012
Groupon Adventures: ad andar per Boschi ci si fa male...
Avete presente i camioncini di frutta e verdura che piazzano piccoli tabelloni scritti a vernice, con frasi tipo qui anguria fresca, oppure arance 1 tot al chilo e cose così?
In maniera analoga, chi percorresse la strada per il lago d'Iseo a partire da Rovato, s'imbatterebbe a Erbusco in tabelloni simili, con pennellate nero su bianco, che recitano qui cucina tipica e osteria tipica 50 mt.
Io sapevo di dover arrivare all'agricola Boschi, di cui ricordavo le mitiche televendite di Franco Timoteo Metelli, ultra criticato produttore di vini Franciacorta che però annovera comunque una medaglia d'oro nel 2007 al Vinitaly col suo Metellus 1997.
Insomma, tra la famosa pagina d'insulti su Facebook e relativa inchiesta giudiziaria da una parte (che ha portato al fallimento prima e al rinvenimento di prodotti avariati nel ristorante poi), e riconoscimenti dall'altra, è difficile capire come stiano davvero le cose.
Così, esplorando l'universo Groupon ho trovato un'offerta per una cena a base di pesce presso il suo ristorante, a soli 39 € per due persone invece che 134.
giovedì 26 aprile 2012
Peccati carnali: la Travagliatina doc ce l'hanno solo Chiara e Gigi
Da Chiara e Gigi a Farfengo - di cui avevo parlato qui - ci dovevo assolutamente tornare.
La simpatica padrona di casa mi aveva raccontato la storia mitica di quella bistecca impropriamente chiamata fiorentina di cavallo.
Suo padre infatti - macelleria Consolini di Travagliato vi dice niente? - la propose già all'epoca della psicosi mucca pazza, come validissima concorrente della bisteccona di Firenze quando questa venne vietata per ragioni igienico-sanitarie.
L'arguto macellaio, oltre a mostrare spirito d'iniziativa e tempismo, ne ha anche registrato la denominazione in un marchio: Travagliatina.
Siamo in buone mani, insomma, in fatto di carne equina, la quale viene utilizzata anche per i sughi che accompagnano le ottime paste fresche, come i tajarin doppio tuorlo che Gigi - a detta di Chiara - fa meglio dei piemontesi dai quali ha carpito la ricetta, ma questa è ancora un'altra storia che sicuramente racconterò in un altro post...
Che travagliatina sia!
La simpatica padrona di casa mi aveva raccontato la storia mitica di quella bistecca impropriamente chiamata fiorentina di cavallo.
Suo padre infatti - macelleria Consolini di Travagliato vi dice niente? - la propose già all'epoca della psicosi mucca pazza, come validissima concorrente della bisteccona di Firenze quando questa venne vietata per ragioni igienico-sanitarie.
L'arguto macellaio, oltre a mostrare spirito d'iniziativa e tempismo, ne ha anche registrato la denominazione in un marchio: Travagliatina.
Siamo in buone mani, insomma, in fatto di carne equina, la quale viene utilizzata anche per i sughi che accompagnano le ottime paste fresche, come i tajarin doppio tuorlo che Gigi - a detta di Chiara - fa meglio dei piemontesi dai quali ha carpito la ricetta, ma questa è ancora un'altra storia che sicuramente racconterò in un altro post...
Che travagliatina sia!
Tiriamoci sushi: il sole è pallido sul Nagoya
Più o meno in tutta Italia, la ristorazione etnica non ha vita facile: basti pensare a quello che è successo all'universo cinese, ridotto a proporre la cucina del sud della Cina, nei suoi piatti più abbordabili per noi occidentali, con quel fondo tutto uguale di glutammato, mentre le grandi e geniali preparazioni di Shangai si trovano solo in alcuni rifugi privilegiati (a proposito, quando riapre il Bambu???).
Non parliamo poi del mondo arabo, che qui nel bergamasco latita colpevolmente e non certo per colpa dei potenziali ristoratori.
E il Giappone de noantri come va?
Fatta eccezione per Milano e per alcuni locali sparsi qua e là, spesso gestiti da italiani, che propongono una cucina giapponese di qualità a cominciare dalle materie prime e quindi dai costi più elevati, si sta diffondendo sempre più un modello tutto appiattito sulle declinazioni del sushi - giusto perché il riso è riconoscibile al nostro palato - piatto per niente facile da realizzare, anche se non sembra.
Il modello dilaga, l'offerta si moltiplica e quindi in questo tipo di ristoranti nipponici si può uscire senza aver dato fondo alla carta di credito.
Ma avendo mangiato come?
Qui a Bergamo, di ristoranti giapponesi di medio livello ce ne sono diversi e uno dei più frequentati è il Nagoya di via Maffei.
Non parliamo poi del mondo arabo, che qui nel bergamasco latita colpevolmente e non certo per colpa dei potenziali ristoratori.
E il Giappone de noantri come va?
Fatta eccezione per Milano e per alcuni locali sparsi qua e là, spesso gestiti da italiani, che propongono una cucina giapponese di qualità a cominciare dalle materie prime e quindi dai costi più elevati, si sta diffondendo sempre più un modello tutto appiattito sulle declinazioni del sushi - giusto perché il riso è riconoscibile al nostro palato - piatto per niente facile da realizzare, anche se non sembra.
Il modello dilaga, l'offerta si moltiplica e quindi in questo tipo di ristoranti nipponici si può uscire senza aver dato fondo alla carta di credito.
Ma avendo mangiato come?
Qui a Bergamo, di ristoranti giapponesi di medio livello ce ne sono diversi e uno dei più frequentati è il Nagoya di via Maffei.
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Chi è di scena? Ecco a voi gli chef!
Nell'ambito del Festival Internazionale della Cultura, piazza della Libertà a Bergamo ospita la tensostruttura di Cuochi in Scena - Il Gusto dell'Intuizione.
Fino al 29 aprile è possibile conoscere da vicino il meglio dell'enogastronomia della provincia bergamasca e non solo, con un menù diverso ogni giorno, componibile a piacere con le varie proposte dei ristoratori partecipanti, laboratori per avviare i più piccoli a una delle più belle professioni umane e soprattutto vedere all'opera i protagonisti dei fornelli e delle cantine in veri e propri show kitchen sul palco.
Trovate tutto qui, perciò non mi dilungo in altre descrizioni generali dell'evento e passo subito a dirvi che cosa è successo ieri, 25 aprile.
Fino al 29 aprile è possibile conoscere da vicino il meglio dell'enogastronomia della provincia bergamasca e non solo, con un menù diverso ogni giorno, componibile a piacere con le varie proposte dei ristoratori partecipanti, laboratori per avviare i più piccoli a una delle più belle professioni umane e soprattutto vedere all'opera i protagonisti dei fornelli e delle cantine in veri e propri show kitchen sul palco.
Trovate tutto qui, perciò non mi dilungo in altre descrizioni generali dell'evento e passo subito a dirvi che cosa è successo ieri, 25 aprile.
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sabato 21 aprile 2012
Peccati carnali: la fiorentina Millaenaria...
Siete mai stati al Millaenya di Entratico?
In preda a un caldo afoso che non dava tregua, due anni fa io e la mia metà scappammo verso il fresco della Val Cavallina per scoprire questo pub che all'apparenza ostenta forse fin troppa modestia nell'estetica ma che si è poi rivelato uno dei posti migliori per peccare di carne senza dissanguarsi.
Da allora ci sono tornato spesso e lo considero un posto dove rilassarmi mangiando cibo confortevole, grazie anche a una delle caratteristiche-regine che ogni ristoratore dovrebbe possedere: la cortesia e la disponibilità del personale.
Chi vuole mangiare carne di manzo, nei suoi tagli classici di filetto, controfiletto o costata alla fiorentina, dovrebbe annoverare tra i suoi indirizzi must questo simpatico locale arroccato poco dopo Trescore Balneario, salendo verso il lago d'Endine.
Perché?
In preda a un caldo afoso che non dava tregua, due anni fa io e la mia metà scappammo verso il fresco della Val Cavallina per scoprire questo pub che all'apparenza ostenta forse fin troppa modestia nell'estetica ma che si è poi rivelato uno dei posti migliori per peccare di carne senza dissanguarsi.
Da allora ci sono tornato spesso e lo considero un posto dove rilassarmi mangiando cibo confortevole, grazie anche a una delle caratteristiche-regine che ogni ristoratore dovrebbe possedere: la cortesia e la disponibilità del personale.
Chi vuole mangiare carne di manzo, nei suoi tagli classici di filetto, controfiletto o costata alla fiorentina, dovrebbe annoverare tra i suoi indirizzi must questo simpatico locale arroccato poco dopo Trescore Balneario, salendo verso il lago d'Endine.
Perché?
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