domenica 31 luglio 2016

Pizzeria Sant'Orsola: Marco Moccia sbanca Bergamo


Neanche trent'anni sulle spalle, un viso fresco e volitivo e l'energia giusta per un progetto che è già piena realtà: far conoscere e apprezzare in maniera definitiva la vera pizza napoletana a Bergamo.

Questo, e tanto altro, è Marco Moccia che ogni giorno, senza interruzioni, è al banco della pizzeria Sant'Orsola in pieno centro a Bergamo, e la sua presenza si fa sentire, con il locale che straborda di gente e un successo tra social e rete, interamente basato sul passaparola, che - come afferma lui stesso, così giovane ma anche così forte in esperienza e convinzione - resta sempre il miglior sistema di marketing.

Non è nuovo di queste parti, Marco, anche se lui rappresenta la terza generazione di una famiglia che ha visto il suo esordio nella ristorazione e nel mondo della pizza a Napoli, per poi intraprendere cammini anche lunghi e tortuosi.

Ma qui nel profondo nord e nella città orobica Marco si era già fatto conoscere come pizzaiolo di richiamo lavorando presso alcune pizzerie gettonate che in alcuni casi hanno anche accusato il colpo della sua assenza, quando da semplice pizzaiolo Marco ha fatto il salto verso l'imprenditoria in prima persona.

Oggi la pizzeria Sant'Orsola di Bergamo è indiscutibilmente riconosciuta come l'unica vera pizzeria in grado di fare due cose importantissime: innanzitutto realizzare una pizza che si può finalmente definire napoletana senza se e senza ma, anche se a ottocento chilometri dal Vesuvio, e soprattutto far sentire veramente a casa un napoletano come me o come i tanti che vivono nella provincia lombarda.

Se poi consideriamo che suo fratello è al timone della pizzeria gemella di Ciserano, e che la bravura e la sapienza artigianale di Marco non solo gli fanno guadagnare apprezzamenti ma anche molte proposte di nuove aperture, possiamo comprendere come questo ragazzo - che sta letteralmente sbancando Bergamo - il suo successo se lo meriti tutto, e chiunque vada oltre il semplice assaggiare la pizza e si fermi a farci quattro chiacchiere potrà capire perché.

Il segreto di Marco è un po' un segreto di Pulcinella, giusto per restare in tema, un evergreen del riuscire nella vita, e si chiama umiltà, senso del lavoro e del sacrificio, consapevolezza nel dare priorità a ciò che veramente conta, ovvero il cliente, e lasciare invidia e montature di testa agli altri.

martedì 5 luglio 2016

Al Monte Cura con Andi Fausto, il signore del tempo


È piuttosto strano per un produttore di vino cominciare a presentare i suoi vini parlandone male.

Andi Fausto sceglie di cominciare il racconto della sua esperienza di vignaiolo da questa considerazione che, proprio per il suo carattere insolito e disorientante, sintetizza in realtà lo spessore della persona, l’atteggiamento del professionista, la visione esistenziale dell’uomo Andi Fausto.

Per chi ha potuto, il 29 giugno scorso, udire le sue parole all’Agriturismo Monte Cura di Cristiano Cumini, l’esordio del suo discorso dev’essere stato spiazzante quanto salutare, di quelli che radono al suolo i preconcetti con i quali spesso inquiniamo l’ascolto degli altri, per lasciare un campo libero nel quale le parole di Fausto – portato lì ad Albino da Alfredo Leoni della Top-Wine – hanno potuto radicarsi e sviluppare con la giusta armonia.

domenica 3 luglio 2016

Peccati carnali: ai Tre Noci, da Camillo


Tra un paio d’anni, a Spirano si festeggerà un anniversario importante: mezzo secolo di carne al fuoco e ristorazione tradizionale bergamasca per il ristorante Tre Noci, fondato da Camillo Cristini nel 1968.

E in un’epoca di grandi cambiamenti che spesso comportano la scomparsa di usi, tradizioni, gusti, per far posto alla caccia alla tendenza, al buon mercato un po’ troppo buono per essere di qualità, o per converso allo scimmiottare l’alta ristorazione ricorrendo solo all’estetica dell’impiattamento, il Tre Noci di Spirano, le figlie di Camillo, e il nipote che si propone come traghettatore verso il futuro, rappresentano al meglio un modo di fare ristorazione saldamente radicato nel territorio e vocato del tutto alla qualità e alla tipicità.

Dalla giardiniera e i caprini, alle paste ripiene tradizionali, fino alla carne alla brace di cui il Tre Noci è considerato un vero e proprio tempio, il tutto proposto ed eseguito a partire da materie prime egregie approntate con garbo, pulizia e padronanza, la capacità di questa famiglia di ristoratori nel tenere fede alla propria attitudine territoriale, senza tentare inutili stravolgimenti per inseguire chissà quale pubblico, oggi li ripaga facendoli riconoscere non solo come ristorante rappresentativo di una cultura, ma persino come modello imprenditoriale capace di creare un rapporto di fiducia e continuità con la clientela.