Una delle maggiori testimonianze dell'evoluzione umana è l'invenzione del forno, e non lo dico solo per ovvie ragioni gastronomiche, basti pensare a come questo strumento abbia contribuito lo sviluppo tecnologico e artigianale dell'uomo, dall'estrazione dei metalli alla cottura delle ceramiche.
Per non parlare delle sue applicazioni alimentari: col forno il mondo produce la base di ogni cultura gastronomica, ossia il pane nelle sue infinite declinazioni, e il piatto locale più diffuso e quindi martoriato del mondo, che è la pizza.
Qualsiasi cosa proviate a fare al forno verrà di base più gustosa che se fatta sul fuoco, forse più pesante, ma sicuramente più ricca nel sapore.
Mi fa sorridere il modo in cui i siciliani concepiscono il forno, quasi fosse un ingrediente aggiuntivo al piatto, ma la dice lunga sul ruolo fondamentale di questo mezzo di cottura, capace di dare un'impronta inconfondibile, tanto che nel palermitano la pasta - in genere anelletti - non è al forno ma è cu 'o furno!
Il concetto di sviluppo va sempre preso con le molle, e anche in questo caso il forno fa da cartina tornasole: è più civile la nostra città o un villaggio indiano con il forno tandoori pubblico?
La risposta la sanno bene quelli di forno pubblico che a Roma sono alle prese con la costruzione di forni a legna in pietra per tutti i cittadini, come era prassi nella gloriosa antichità dello stivale.
Viva il forno, dunque, anche se d'estate usarlo comporta qualche sacrificio in termini di sudorazione!
La ricetta di seguito è sorprendente per semplicità e bontà, ma prima un chiarimento.
A Napoli la teglia da forno si chiama 'o ruoto, ovviamente in riferimento alle teglie circolari per le paste e il sartù, ma il nome si estende anche a quelle rettangolari, tanto che 'o ruoto più che indicare il contenitore sta a significare insieme di ingredienti miscelati da cuocere nel forno affinché avvenga la magia ed è divertentissima - oltre che corretta - la spiegazione data nella serie Cogito ergo Sud.
È ruoto la pasta al forno come la parmigiana, lo è altrettanto l'agnello stile Pasqua come una semplice patata con cipolla e pomodoro, come nel nostro caso, la versione più povera ma forse più schietta e saporita del ruoto.
'O ruoto a'o furno
Ingredienti
4 patate grosse
2 cipolle
16-20 pomodorini
sale
pepe
olio extravergine
timo
Accendi il forno almeno a 200 gradi.
Affetta sottili le patate, fai lo stesso con la cipolla, lasciando i mezzi anelli intatti, taglia in quarti i pomodorini.
Unisci i tre ingredienti in una ciotola, aggiungi sale, pepe, olio extravergine abbondante e timo, mescolando a mano per un paio di minuti.
Versa tutto in una teglia circolare ('o ruoto) oppure in cerchi di metallo monoporzione, avendo cura di far capitare qualche falda di pomodorino in superficie.
Fai un ripasso di timo e olio in sommità e lascia morire in forno per un'ora, sarà l'aroma a farti avvertire quand'è pronto.
Fa' riposare qualche minuto - anche una decina abbondante - all'aria, poi servi con beatitudine.
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