mercoledì 8 agosto 2012

Pausa pranzo: mezzogiorno all'indiana


Pentole con riso, piccoli tegami con intingoli colorati e profumi che annebbiano chi siede a tavola e che dalla foto non puoi sentire.

L'associazione cucina indiana/spezie/aromi è ben salda anche nell'immaginario di chi indiano non ha mai potuto o voluto mangiare, anzi, chi l'adora afferma di amarla proprio perché speziata, e chi la odia giustifica il suo sentimento nello stesso modo, e vale per quasi tutte le cucine esotiche.

Se a Bergamo, la cucina indiana si può gustare al Guru o al Maharaja (di cui ho parlato in questo post), per chi bazzica la bassa pianura da pochissimo ha aperto alla Cascina, negli stessi locali che gli abitanti di Romano di Lombardia  e Bariano ricordano aver ospitato più volte le varie gestioni del Macallé e poi del Borderline (e il nome era già un programma) e che adesso è teatro di una nuova avventura italo-indiana.

Consapevole di scrivere per un ristorante che potrebbe non esserci più a breve, vista la storia, la curiosità è scattata in modo potente.

Soprattutto poi quando l'opuscolo mi ha rivelato non solo i menù degustazione da 31, 33 e 35 € (rispettivamente vegetariano, carne e pesce) ma anche la proposta pranzo indiano a 8 € con bevande: impossibile rimandare.



Serviti da un'italianissima e gentilissima signora, apriamo il pranzo con i canonici poppodum e relativi chutney,  tra menta, pomodoro agropiccante e tamarindo, forse un po' lieve per i miei standard, ma i pani sono croccanti e profumati.

Si può scegliere un antipasto e uno qualsiasi tra i piatti delle altre categorie, cioè primi, vegetali, maiale, pollo, manzo, agnello e pesce.


Visto che le frittelle Pakora sono a base di cipolle o zucchine o melanzane o panir, chiediamo al cuoco di portarcene un misto a suo piacimento.

La pastella con farina di ceci ha la sua grazia, il fritto appena scolato è croccante, difficile ridire, visto che anche la quantità non è scarsa.


L'idea del vegetariano è attraente, così scegliamo il panir chilly, il classico formaggio artigianale, spesso fatto cagliando il latte con acido citrico se non con limone (l'ho fatto tante volte anch'io a casa), in una versione hot che immaginavo più intensa, ma i peperoni d'accompagnamento sono dolci come l'estate richiede, quindi il piccante è alquanto labile, però la portata c'è.


Tra le carni, quando vado all'indiano l'agnello è tra i miei preferiti: questo è lamb korma, bocconi d'agnello in salsa delicata, con uvetta e mandorle.

La consistenza della carne è altalenante e qualche boccone ha forse troppo spessore nervoso, ma nulla di scandaloso.

Direi piuttosto che la salsa delicata - panna, pomodoro e spezie - tanto delicata non è, visto che l'uvetta è letteralmente scomparsa, ma voci malevoli sostengono non ci sia mai stata (in effetti, provate voi a fare un piatto con l'uvetta e poi a coprirne il sapore, non è per niente facile!).

Mi dico di tenere a freno le smanie, che sto comunque pagando 8 € e che i piatti sono saporiti e quasi abbondanti.

Menzione speciale per il riso basmati, vuoi per i chiodi di garofano, vuoi per il baccello di vaniglia o ancora per le bacche di cardamomo e per il loro inusitato vigore, mangiarlo a cucchiaiate è stata una benedizione.

Solo il mezzo litro aggiuntivo di vino fa slittare il conto per due da 16 a 20 € ma alla Cascina - che purtroppo non ha sito né altre pagine di social - merita innanzitutto di sopravvivere, contrariamente ai suoi predecessori, e senz'altro è nella mia agenda per una visita serale, con i miei migliori auguri.

Magari tutti i posti con scritto pranzi di lavoro fossero così...

Alla Cascina
via Balilla - S.P. 101
Romano/Bariano (BG)
Tel. 0363 917097
Sempre aperto

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