martedì 25 ottobre 2016

Sant'Orsola a Ciserano: l'identità napoletana dei fratelli Moccia


Per un napoletano al nord, trovare un po' di Vesuvio ai piedi delle Orobie risveglia una gioia dal sapore primordiale.

Non si tratta di facile sentimentalismo, ma di un sentimento vero di riconoscenza, non solo nel senso del ringraziare chi è capace di portarmi un pezzetto di Napoli quassù, ma anche di riconoscere l'autenticità della cucina e di chi la fa.

Trapianto riuscitissimo, quello dei fratelli Francesco e Marco Moccia a Ciserano, con il loro Sant'Orsola Pizzeria & Trattoria, che non si limita a ricreare atmosfere partenopee ma costituisce una vera e propria trattoria e pizzeria di origine più che controllata, con la semplice differenza di collocarsi nella bassa bergamasca invece che a Napoli e dintorni.

Perché alla base di questo progetto non c'è la semplice idea imprenditoriale di proporre una cucina targettizzata che va a incontrare il vasto pubblico di emigranti napoletani in Lombardia, nonché di appassionati di quei sapori.

Infatti, quasi tutti i locali che vantano di riprodurre i piatti e i gusti partenopei sono poi nei fatti ben lontani dal raggiungere a volte la benché minima somiglianza nei risultati, e finisci per trovarci sempre la nota stonata, l'adattamento, il deficit che viene sempre giustificato con gli 800 km di distanza a impedire di replicare in toto l'identità  culinaria napoletana.

Qui a Ciserano, invece, siamo davanti a una vera e propria garanzia sull'identità, perché Francesco e Marco Moccia hanno le mani in pasta e i piedi in cucina da tre generazioni, e il locale di famiglia a Napoli viaggia ancora a pieno ritmo ai Colli Aminei.

Ben consapevoli del peso ma anche della forza della tradizione che portano sulle spalle, Francesco in sala, Marco al bancone e al forno, e tutto lo staff importato direttamente dal golfo della sirena Partenope danno vita non solo a una trattoria e pizzeria dall'inconfondibile profilo napoletano - nei sapori, nel menù e soprattutto nella cordialità e nel calore che in sala Mariano e gli altri sapranno regalarvi - ma a un luogo che per un napoletano sa di nostalgia buona, che rimette in contatto con l'anima profonda di un popolo sicuramente ancora martoriato ma che continua a costituire un unicum in fatto di esaltazione della gioia di vivere.

Gioia che suscita risate scaramantiche fin dai tavoli, i cui numeri sono associati ai significati della smorfia napoletana che campeggia sulla parete, assieme alla foto del nonno paterno e di quello materno, che diedero l'imprinting a una famiglia di ristoratori di cui i due fratelli sono fertile progenie.

Col piacere floreale procurato dall'accompagnamento del Coda di Volpe Janare de La Guardiense, Francesco e Marco fanno partire il fuoco di fila delle loro gustose attenzioni.



Si parte a piede fermo con 'o cuoppo, e non a caso dico piede: il fritto a Napoli trova la sua massima espressione nelle friggitorie che consegnano all'avventore a passeggio un involto di carta che fa da scrigno a piccoli gioielli caldi, croccanti e sapidi, dalle zeppole o paste cresciute - frittelle di pura pasta - ai panzarotti - ossia i crocché di patate, ma di vere patate e non di fiocchi - dalle palle di riso - la versione partenopea degli arancini - alla pioggia di zucchine e melanzane a bastoncino, con il desiderato colpo di grazia di una montanara che chiude amabilmente il cerchio.


La parmigiana di melanzane è un trionfo per le papille gustative, grazie al fatto di essere nappata non di semplice salsa di pomodoro, ma di un ragù napoletano bello tirato a mestiere, che concentra non solo il sapore ma anche la sapienza di chi lo ha preparato.


Un discorso a parte meritano le pizze di Marco Moccia: a Bergamo è ormai ben conosciuto, come ho già raccontato qui, le sue pizze - anche quelle che oggi la pizzeria in centro al capoluogo continua a sfornare secondo il suo modello - hanno letteralmente sbancato, e ora il giovane pizzaiolo è in piena eruzione, vulcanico come il Vesuvio ma non certo in fase dormiente, anzi, ed è già alle prese con altri nuovi ed esplosivi progetti con i quali deliziare chi vive a Bergamo e dintorni, perciò occhi e orecchie ben aperte perché nella sua caldera ribolle un magma molto promettente.


Ho apprezzato molto la presenza in carta degli spaghetti con le zucchine alla Nerano, ben sapendo che potrebbero essere percepiti come troppo semplici e non da ristorante.

In realtà, i ristoranti della penisola sorrentina si accapigliano sulla primogenitura di questo piatto - attribuito a Maria Grazia di Marina del Cantone e la cui ricetta ufficiale è ancora un mistero - , e ognuno di essi si diverte a proporlo con delle piccole varianti nella tipologia di formaggi utilizzati e nella texture delle zucchine.

Lo chef del Sant'Orsola opta per una versione di lieve cremosità, che esalta la cottura perfetta della pasta e la genuinità dell'ortaggio, mentre l'intensità è data dalla sottostante cialda di provolone del Monaco.


Gli gnocchi al pomodoro sono magistrali, fatti a mano è una dicitura insufficiente, questi sono amati uno per uno nella loro peculiare differenza, tutti diversi, come figli, a formare una famiglia di bontà, per un piatto tipico, saporito, semplice ed eseguito con la sicurezza di chi conosce la propria cucina.


Giusto per non dimenticarsi della dolcezza delle tradizioni, al Sant'Orsola potrete chiudere il vostro tempo con i classici della pasticceria napoletana, dal babà alla caprese, dalle sfogliatelle alla pastiera, che pur essendo legata al periodo pasquale in realtà non guasta nemmeno in questo inizio di autunno.

Sicuramente il locale deve far fronte a una collocazione geografica non valorizzante, in una zona della provincia lontana da movida e centri di interesse, ma i fratelli Moccia sono napoletani anche e soprattutto nella filosofia, e hanno fatto proprio uno dei detti più divertenti e icastici del napoletano:

dicette 'o pappece a 'a noce "damme 'o tiempo, ca te spertoso!"
(disse il verme alla noce, "dammi il tempo che ti perforo")

Con il tempo, la genuinità e il serio lavoro di questi ragazzi, il destino di successo del Sant'Orsola Pizzeria & Trattoria è già scritto.

Sant'Orsola Pizzeria & Trattoria
via Circonvallazione Ovest 11
24040 Ciserano (BG)
tel. 334 2782646
Sempre aperto

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