lunedì 2 gennaio 2017

Ristorante Odissea, il sapore del nostos


Quando un ristorante etnico è capace di aprire davvero un varco bidimensionale e farti passare dal luogo in cui sei seduto a quello dal quale prende origine, puoi dire di aver fatto una bella esperienza.

Questo discorso però, nel caso di un ristorante greco, si tinge di sfumature ulteriori, perché l'uomo greco porta impresso nel suo codice genetico il dolore del viaggio, la nostalgia, il male per il nostos, lo stare lontano dal luogo natìo, la brama del ritorno, le avversità che lo ritardano e a volte l'impossibilità di realizzarlo.

Non a caso, a Bergamo, si è scelto il nome di Odissea per questo ristorantino che annoto nel taccuino dei luoghi più toccanti e silenziosamente piacevoli in cui sostare.

L'Odissea, infatti, è solo l'ultimo dei nostoi, dei viaggi di ritorno degli eroi greci dopo la guerra di Troia, narrati appunto nell'omonimo poema andato perduto, così da rendere irrealizzabile il nostos, il ritorno, nonché il racconto dello stesso tornare a casa, e gioire.

Ecco dunque il canto, un canto venato di afflati nostalgici, all'esule greco non resta che cantare il ricordo, il desiderio, la rievocazione di ciò che sta inciso nella memoria e che, nel ripetersi di gesti, parole, pensieri - di cui anche la cucina è fatta - si spera di poter rivivere.

Questo è il senso che il ristorante Odissea assume, non soltanto il ristorantino etnico per diversificare l'offerta e acchiappare clienti esterofili o studenti di lingue, ma la creazione di un luogo in cui riconoscersi, dove chi mette mano ai fornelli è originario di quella terra così come tutti i prodotti utilizzati e le ricette proposte.



Dopo un sorso benaugurante di Kretikos bianco, l'antipasto narra il lungo dialogo intessuto dalla Grecia con tutti gli altri popoli delle coste del Mediterraneo, e queste polpette - con pomodoro, ceci, formaggio, melanzane e piccanti, da sporcare assieme ai triangoli di pita nelle salse tzatziki, formaggio e melanzane - raccolgono le suggestioni di ingredienti e gusti che uniscono l'intero arco dal maghreb fino al Medio Oriente, che sin dai tempi di Alessandro il Grande condivisero lingua e costumi.


Difficile andare in un ristorante greco e non provare il moussakà - di cui ti ho parlato qui - che all'Odissea trovate anche in versione vegetariana, che non vuol dire meno ricca, anzi, il piatto resta altrettanto succulento e di spessore quanto quello originale con carne, senza contare che una cucina mediterranea che ha negli ortaggi i suoi punti di forza, non ha alcuna difficoltà a riproporre i suoi capisaldi in una veste che accontenta anche chi la carne non la ama.


Con il tapsi keftes invece restiamo fedeli alla linea, per una preparazione che - tra mille varianti - si ritrova partendo dalla dirimpettaia Turchia e risalendo i Balcani, costituita da polpette aromatizzate alle quali lo yogurt nel quel sono immerse conferisce spinta acida, sotto una coltre di formaggio fuso che ammanta e riscalda il tenore del piatto nella terracotta, giustamente da ripulire con altra pita.


A un passo dall'approdo, i dolci greci, come quelli mediterranei, sono una vera libagione sacra, un profluvio di miele che ammorbidisce le sfoglie trasparenti del baklava e del kataifi, scrigno di noci e mandorle incantate di spezie.


La nostalgia del ritorno si oblia approdando a bicchieri intensi di ouzo e di tentura regina, dove il mosto e l'anice da una parte, e cannella, chiodi di garofano e vino dall'altra, sono melodiosi al pari della voce di Atena mentre guida Ulisse nel suo peregrinare.

Senza alcuna inclinazione alla presunta modernità, ma con la fierezza di un'identità unica, qui al ristorante Odissea si va oltre il tipico, anzi si partecipa a un bisogno, quello di ravvivare ogni giorno i propri usi e costumi, dando la possibilità a chi vive a Bergamo e dintorni di condividere l'esperienza e assaggiare il sapore del nostos.

Odissea Ristorante Greco
via Previtali 43
24127 Bergamo
tel. 035 400374
Sempre aperto 11.30-15, 18.30-00

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