domenica 24 marzo 2013

Groupon Adventures: al Settecento, arte e ghiottoneria



Si è ghiotti come poeti, si è ghiotti come artisti.

Da questa citazione di Guy de Maupassant emerge l'intenzione programmatica del Settecento, hotel e ristorante a Presezzo, nella residenza storica conosciuta come l'Olmetta.

Ché se l'arte è esperienza sensoriale che eleva, allora anche tutte le altre esperienze legate ai cinque sensi sono in grado di portarci più in alto, comprese quelle che passano per le papille gustative.


Guardando la volta affrescata dal Cavagnis nella chiesina sconsacrata si comprende come il gioco della contemplazione e quello della degustazione possano fondersi: così lo sguardo va in verticale a incontrare quest'ascensione e quegli occhi dipinti che a loro volta guardano ancora più su, per una vertigine verticale.


Ogni sala, ogni angolo di questa dimora storica, recuperata dall'architetto Alessandra Gotti e impreziosita dalle opere del padre Angelo e del pittore Aldo Mignano tra le altre, celebrano ciò che solo in Italia sarebbe doveroso fare, ossia lasciarsi alle spalle velleità da potenza industriale e puntare tutto su ciò che da secoli e secoli siamo votati a compiere: creare bellezza.

La difficilissima opera di restauro del complesso che vide l'alba già in epoca barocca è stata realizzata senza alcun tentativo di falsificare il passato, perché il bello, quando lo è davvero, non teme confronti col tempo.

Sculture lignee, pannelli decorativi, lampade di una modernità tagliente si armonizzano con la pietra viva, gli stipiti antichi, gli stucchi d'epoca, e anche solo camminare tra le sale è un'esperienza in grado di riorganizzare le priorità dell'anima, rimettendo in testa il bisogno di arricchirsi d'arte.

C'è chi siede nel tepore della sala del camino, chi può farsi circondare dalle pietre della sala del pozzo-ghiacciaia, chi gode delle soluzioni artistiche ardite della saletta piccola, mentre lo spazio mistico dell'oratorio-chiesina aspetta i commensali in vena di ricercatezza.

La veranda rivela un'indole da salotto e ci accoglie per questa esperienza gourmet proposta da Groupon a 59 € a fronte dei quasi 150 alla carta.


La cucina del Settecento non fa differenze e tutte le portate del menù in offerta sono stabilmente in carta, a garanzia di un'identità unica e non di un'operazione soltanto commerciale.


Le bollicine di Chardonnay preludono a una entrée in stile finger food che ci regala una piacevole partenza e un guizzo di sorpresa inaspettata nel dolce formaggio con nocciole e ribes, mentre notiamo che per ogni commensale ci sono bicchieri e piatti differenti, ma il contrasto non è affatto disarmonico.

In attesa dei primi, viene a farci compagnia il Valcalepio Rosso Foresto di Podere Cavaga del 2009, e anche per il vino ci accorgiamo che a ogni tavolo i camerieri propongono un'esperienza differente ma di livello costantemente eccellente.


Gli spaghetti con cipollotto, speck della Valtellina e aria di pecorino romano sono aggraziati da un pomodoro in cui è stato sapientemente dosato il gioco di contrasto tra acidità e dolcezza, non semplice da gestire, vista la presenza del cipollotto che apporta le stesse caratteristiche, col rischio di farne prevalere una.

Un piatto in fondo semplice, del quale si potrebbero anche rimettere in gioco alcuni aspetti, come il numero della pasta o il formato stesso o lo spessore - e quindi la consistenza - dello speck o ancora la scelta di un virtuosismo come l'aria di pecorino che però si volatilizza troppo presto per dire la sua.

Tuttavia resta un piatto buono e ben congegnato nella sua essenza, che forse non ha bisogno di trucchi per dimostrare la sua qualità.


Dall'altra parte, i ravioli ripieni alle cime di rapa con ragù di orata si candidano subito per il podio della serata.

Pesce e pomodoro appena scottati conservano tutta la loro integrità, mentre la sfoglia che svela il suo cuore delicato dichiara la cura nell'eseguire questo piatto davvero notevole.


Tra i primi e i secondi, una passeggiatina a caccia di sorprese: si scende in vineria, per scoprire una cantina predisposta alle degustazioni, con grandi prodotti che impreziosiscono ancora di più ciò che il Settecento è in grado di offrire.


Ecco l'altro pretendente al primo posto della serata: il rombo in olio di cottura con purea di piselli e salsa allo zafferano si incastona tra le opere d'arte circostanti come pezzo di pregio.

Esecuzione quasi perfetta, cottura che non violenta il pesce, colore e gusto dei piselli magistralmente conservati ed esaltati e salsa che mette in atto un ardito mènage a trois tra amaro, dolce e salato.


Più netta la faraona laccata al miele con porcini, ma comunque di buon livello, che in particolare trova una ragione di più nella sua accoppiata con il vino.


La prima opzione per il finale è una selezione di sorbetti, limone, frutto della passione e latte.

La disposizione delle palline forse non è casuale, si parte dal latte che si lega alla dolcezza e all'untuosità delle altre portate, si prosegue con il frutto della passione che introduce note acidule e sterza le papille olfattive verso nuovi orizzonti, e si finisce dritti nei sentori spiccatamente amari del limone che lavano via ogni traccia dei precedenti assaggi.


Più mirato alla pura gola il morbido alle arachidi con yogurt magro su crumble con gelato alle fave di Tonka, che parte dalla sofficità della mousse in superficie per cozzare piacevolmente contro la croccantezza del crumble alla base, con queste variazioni di sapore tostato - arachidi, fave, pistacchio - che ben si coniugano con la tonalità caramellata di fondo.

Caffè di rito e altro passeggio tra le sale prima di avviarci all'uscita, buttando più di un occhio agli ambienti dell'hotel e a tutte le opere installate con tale cura da trovarle naturali.

Al di là dell'ottima qualità del cibo e del servizio, è l'ambiente a non smettere di stupirci, grazie all'estrema bravura dell'architetto nell'assemblare tutti gli elementi senza soluzione di continuità, anche se ogni pezzo inserito nelle sale, a uno sguardo attento, rivela tutta la sua originalità, mentre nell'insieme nulla stona, sovrasta, grida.

Questi i luoghi e le esperienze in grado di risvegliare indole poetica e spirito artistico, doti celate in ogni essere umano che voglia farsene carico, e ben venga che il risveglio della sensibilità estetica trovi accesso attraverso la pura ghiottoneria.

Perché, sempre a sentire Maupassant, solo gli imbecilli non sono ghiotti.

Hotel Ristorante Settecento
via Milano 3
24030 Presezzo (BG)
tel. 035 466089
Chiuso Sab pranzo/Dom (salvo prenotazioni)

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