lunedì 21 marzo 2016

A Capriolo, l'uovo e la colomba sono veri Peccati di Gola

A Capriolo, proprio quando ti viene voglia di incamminarti nel pieno della Franciacorta, c’è un giovanissimo pasticciere che sembra messo lì per indurre in tentazione.

Nicola Cadei è giovane ma dalla solida formazione, perciò nella sua pasticceria Peccati di Gola sa coniugare le basi e la tecnica della pasticceria tradizionale italiana con uno sguardo alle tendenze contemporanee.

Non si tratta solo di misurarsi con il cake design o i macaron, né di stupire innanzitutto la vista divertendosi a riprodurre forme insolite soprattutto con le creazioni di cioccolato.

Alla raffinatezza estetica infatti si accompagnano procedure scientifiche basate su conoscenze fisico-chimiche molto avanzate, che gli permettono di ottenere risultati singolari e appaganti.

Proprio in prossimità della Pasqua il giovane pasticciere infonde ai due grandi capisaldi di questa tradizione festiva tutto il suo background e la sua creatività, creando colombe arricchite da ingredienti preziosi non solo per il gusto ma anche per la performance realizzativa, oppure forgiando uova di Pasqua che gareggiano con la scultura grazie a processi produttivi in cui arte e tecnologia si fondono in un tutt’uno virtuoso e soprattutto gustoso.

venerdì 18 marzo 2016

Ad Ambivere, quattro passi tra i Lieux-Dits

Metti insieme una serie di champagne dalla concezione rivoluzionaria, un ristorante che conserva da tempo con merito il suo posto nel firmamento dell’alta cucina bergamasca e un esperto conoscitore del mondo del vino a tirare le fila e a tessere il dialogo tra i bicchieri e i piatti.

È quello che è accaduto ad Ambivere giovedì 10 marzo, in occasione di Nel più totale degli Extra Brut, la serata dedicata da Alfredo Leoni della Top-Wine alla serie di champagne dei Lieux-Dits di Selosse, nell’elegante cornice dell’Antica Osteria dei Camelì, saldamente tenuta da Camillo Rota.

Champagne monoparcellari prodotti in quantità così esigue da far sentire chiunque li assaggi una persona molto fortunata e realizzati con uno scrupolosissimo studio del dosaggio, un processo nel quale Selosse ha le idee ben più che chiare.

Se il vino deve avere un sapore, allora lo zucchero deve fare da esaltatore e non andare a coprire e soffocare i gusti riconoscibili al palato.

Con questa posizione ferma, le pochissime bottiglie dei sei tipi di champagne – si va da circa 600 a un massimo di 2600 a seconda della tipologia – hanno un dosaggio che va da 0 a poco più di 2g/l, e così il vero extra brut è servito.